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IL FATTO
12 Giugno 2023 - 12:58
La preghiera di Papa Francesco in piazza San Pietro il 27 marzo 2020
Il conto alla rovescia per la prima missione spaziale del Vaticano è iniziato. Quando in Italia saranno le 23.19 dalla base spaziale di Vandenberg in California decollerà il razzo Falcon 9 con a bordo il "nanobook" progettato dagli studenti del Politecnico di Torino per portare nello spazio lo "Spei Satelles": il messaggio di pace e di speranza lanciato da Papa Francesco in piena pandemia. Immagini e parole che sono entrate nella storia come "Statio Orbis", quando, il 27 di marzo del 2020 il Papa ha salito le scale di piazza San Pietro da solo, sotto la pioggia e al buio per pregare per tutta l’umanità flagellata dal Covid. Così, su iniziativa del Dicastero per la Comunicazione del Vaticano, guidato dal prefetto Paolo Ruffini e dal segretario monsignor Lucio Adrian Ruiz, sono nate diverse iniziative affinché questo evento non venisse dimenticato tra cui, l'anno successivo, la pubblicazione del libro “Perché avete paura? non avete ancora fede” condensato, poi, in una "mini edizione" depositata allo Svalbard Seed Volt nell’isola norvegese di Spitsbergen, come “seme di speranza”. Il messaggio e il libro, così, sono stati anche incisi su una lastra di silicio ad alta miniaturizzazione per mezzo di tecnologie di nanofabbricazione.
Nel terzo anniversario della "Statio Orbis" e in occasione del decimo anniversario del Pontificato, soggetti molto diversi tra loro hanno collaborato al progetto che ha coinvolto il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Agenzia Spaziale Italiana, il Politecnico di Torino, l'Instituto para el Diálogo Global y la Cultura del Encuentro, l'Istituto Universitario Salesiano di Venezia e l'Apostolato Digitale dell’Arcidiocesi di Torino. La missione spaziale “Spei Satelles”, appunto, che porterà in orbita il messaggio del Papa «come segno e profezia di speranza» a bordo di un micromanufatto realizzato dal Politecnico di Torino in stretta sinergia con l’Agenzia Spaziale Italiana. I giovani ricercatori, guidati dalla professoressa Sabrina Corpino, hanno progettato e costruito in tempi record il "CubeSat 3U SpeiSat" che custodirà il "nanobook" e, a partire da questa sera, sarà in orbita ad un’altitudine di circa 525 chilometri.
Il satellite rappresenta un notevole risultato ingegneristico. Con un'altezza di trentaquattro centimetri e un peso inferiore a tre chilogrammi, è dotato di sensori in grado di effettuare misurazioni nello spazio. La sua superficie esterna è rivestita da pannelli solari, che consentono di generare l'energia elettrica necessaria per il funzionamento. Mentre orbiterà attorno alla Terra, il satellite trasmetterà brevi messaggi di speranza tramite segnali radio, scelti tra gli insegnamenti di vari Pontefici del Novecento: saranno trasmessi in italiano, inglese e spagnolo, simboleggiando la continuità storica dell'annuncio della Chiesa.
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Il "nanobook" è stato realizzato utilizzando supporti di silicio, sottili lastrine costituite da materiale cristallino di colore grigio scuro, con una forma quadrata che misura solamente due millimetri di lato e uno spessore praticamente invisibile all'occhio umano. Sui substrati di silicio, sono stati incisi dei fori dalle dimensioni nanometriche, ovvero più piccoli di un millesimo dello spessore di un capello umano. Questi fori sono stati realizzati seguendo il codice binario utilizzato nel campo dell'informatica. Grazie alle incredibili potenzialità offerte dalle nanotecnologie, leggendo la sequenza di nanofori presenti sulla superficie, sarà possibile decifrare immagini, discorsi e testi che documentano "a futura memoria" quella preghiera straordinaria.
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