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24 Luglio 2023 - 12:20
La lingua di tutti che unisce i popoli
Sono oltre 7mila le lingue presenti nel mondo, in India ce ne sono addirittura 700 con 70 alfabeti diversi. La lingua, strano pensarlo ma è così, in realtà allontana, divide. Per questa ragione il 26 luglio del 1987, con la pubblicazione della sua prima grammatica, ha iniziato a prendere piede sempre di più nel mondo l’esperanto, l'idioma universale, nato in realtà 136 anni fa, che, in una, le racchiude tutte. La lingua di tutti e di nessuno.
Si terrà proprio a Torino, dal 29 luglio al 5 agosto il Congresso Mondiale di Esperanto al quale parteciperanno 1.200 esperantisti, provenienti da 67 diversi paesi generando una ricaduta economica diretta sul territorio stimata in circa 3 milioni e mezzo di euro. Sede centrale degli incontri, il Politecnico di Torino. La città della Mole è stata scelta per volere del direttivo dell’Associazione Mondiale Esperantista (UEA). La candidatura è stata presentata da Michela Lipari, già presidente della Federazione Esperantista Italiana e responsabile organizzazione Congressi ed Eventi, con il supporto di Turismo Torino e Provincia Convention Bureau che ha preparato il dossier di candidatura e assistito i referenti dell’associazione internazionale in sopralluogo e durante le visite tecniche.
Ma cos’è di preciso l’esperanto?
L’esperanto è una lingua artificiale, sviluppata tra il 1872 e il 1887 dall’oculista polacco di origini ebraiche Ludwik Lejzer Zamenhof. Presentata nel Primo Libro (Unua libro - Varsavia, 1887) come Lingvo Internacia (“lingua internazionale“), prese in seguito il nome esperanto (“colui che spera”,“sperante”) dallo pseudonimo di “Doktoro Esperanto”, utilizzato dal suo inventore. Scopo della lingua è di far dialogare i diversi popoli cercando di creare tra di essi comprensione e pace con una seconda lingua semplice, ma espressiva, appartenente all’umanità e non a un popolo. Un effetto di ciò sarebbe quello di proteggere gli idiomi “minori”, altrimenti condannati all’estinzione dalla forza delle lingue delle nazioni più forti.
l vocabolario dell'esperanto è principalmente tratto da inglese, francese, tedesco, greco, italiano, latino, polacco, russo e yiddish, poiché queste erano le lingue con cui Zamenhof aveva più familiarità. Grammaticamente, l'esperanto è stato principalmente influenzato dalle lingue europee, ma è interessante notare che alcune delle innovazioni dell'esperanto hanno una sorprendente somiglianza con le caratteristiche che si trovano in alcune lingue asiatiche, come il cinese.
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