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IL COMMENTO "IMPOSSIBILE"

Italo Balbo difende le Frecce Tricolori: «Chiuderne le ali sarebbe come soffocare il coraggio di spiccare il volo»

Il politico e aviatore italiano caduto il 28 giugno 1940 a bordo del suo aereo nei cieli d’Africa: «Io stesso ho sfidato i cieli e le tempeste, conoscendo i rischi»

Italo Balbo difende le Frecce Tricolori: «Chiuderne le ali sarebbe come soffocare il coraggio di spiccare il volo»

Italo Balbo

Le luci si accendono sul palco, ed emerge una figura dal passato: Italo Balbo, aviatore, esploratore e protagonista delle storiche trasvolate italiane. Con il suo carisma inconfondibile, si rivolge all’assemblea in risposta all’argomento delle Frecce Tricolori.

«Signore e signori, ho vissuto ma, ancor più, voi vivete in un’epoca dove il progresso tecnologico e l’ambizione umana sfidano costantemente i confini di ciò che riteniamo possibile. Le Frecce Tricolori sono l’emblema di tale spirito, rappresentando l’eccellenza aeronautica italiana e l’audacia che da sempre ha contraddistinto il nostro paese. Si parla di incidenti, tragedie che colpiscono il cuore della nazione e pongono domande sulla sicurezza e sull’opportunità di mantenere una squadra acrobatica». 

«Ma vi dico, con la consapevolezza di chi è caduto per la Patria con il proprio aereo: la passione, la dedizione e il coraggio hanno sempre un prezzo».

«Io stesso ho sfidato i cieli e le tempeste, conoscendo i rischi. Le altre nazioni, a fronte di tragici incidenti, non hanno cancellato le proprie eccellenze aeree, ma hanno invece lavorato per migliorarle, rendendole ancora più sicure e impressionanti».

«Chiudere le ali delle Frecce Tricolori significherebbe soffocare l’essenza stessa di ciò che rappresentano: il coraggio di spiccare il volo, l’orgoglio di rappresentare l’Italia nel mondo e la determinazione di superare ogni ostacolo. Ricordiamoci che ogni pilota, ogni membro delle Frecce Tricolori, conosce i rischi e li accetta con orgoglio e onore». 

«Essi incarnano l’anima avventurosa e indomita dell’Italia, e sarebbe un errore imperdonabile non permettere loro di continuare a volare. Vi invito a guardare oltre gli incidenti e a vedere l’immagine più grande: un team dedicato che porta il nome dell’Italia nei cieli del mondo, dimostrando che, nonostante le sfide, l’orgoglio e la passione italiana rimarranno sempre indomiti». 

Con queste parole, Balbo lascia il palco, lasciando dietro di sé un’atmosfera carica di emozioni, di riflessione e di orgoglio nazionale.

 

Italo Balbo, Politico e aviatore italiano, detto Pizzo di ferro. Caduto il 28 giugno 1940 a bordo del suo aereo nei cieli d’Africa in difesa dell’Italia. Aveva 44 anni. Ne aveva 34 quando effettuò la prima transvolata atlantica di massa fino a Rio de Janeiro. A 37 venne accolto in trionfo sulla Quinta strada di New York.

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