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LA STORIA
01 Giugno 2024 - 07:51
Bruna ha 81 anni e da cinque non esce di casa. Sulla sua sedia a rotelle, trascorre il suo tempo a guardare fuori dalla finestra dell’alloggio al secondo piano di via Sansovino, nelle case popolari di proprietà di Atc. «L’ascensore è stretto e la sedia a rotelle non ci passa». È disperata Bruna. La donna è vedova, invalida al 100%, non è autosufficiente.
Con lei vivono sua figlia Isabella ed il nipote di 14 anni. È Isabella a prendersi cura della madre: per lei cucina, la lava e la cambia, in quanto la donna non è in grado di usufruire dei servizi sanitari. «Non faccio una doccia da anni» spiega Bruna a voce bassa. Infatti la piccola doccia con gradino presente nel suo bagno, per Bruna è inaccessibile. Tocca a Isabella stendere un telo di nylon per terra e lavare la mamma col doccino. «Ci metto un’oretta» dice Isabella. «La doccia solo d’estate. Nei mesi invernali prendo troppo freddo quindi Isabella mi lava con le salviette. E pensare che fino a pochi anni fa ero appassionata di profumi, ne ho ancora una collezione nella vetrinetta in camera da letto».
Camera dove Bruna pero’ non entra da tempo. La sua sedia a rotelle infatti non passa nemmeno dalla porta della stanza, e cosi la donna dorme in salotto, su una poltrona beige. «Ma tanto la notte non dormo. Nonostante prenda diverse pastiglie» racconta mostrando blister di psicofarmaci sul tavolo della cucina.
«Abbiamo scritto al sindaco, all’assessore Rosatelli: ci hanno risposto che la competenza è di Atc. Vorremmo una casa dove mia madre possa avere restituita quel briciolo di dignità umana che da tempo le è negata a causa delle sue condizioni. Non può nemmeno andare in ospedale per una visita. L’anno scorso ci abbiamo provato con immensi sforzi. Arrivate al piano terra, non avendo una piattaforma per la sedia ho cercato di tirarla su, è caduta e si è sfracellata il viso» ricorda Isabella.
Bruna oltre a non poter deambulare è cieca ad un occhio ed è obesa. Sul braccio, perennemente attaccato, un cerotto di morfina per sopportare i dolori dell’artrosi. «Atc è venuta qui per alcuni sopralluoghi. Io ammetto che da 4 anni non pago più nulla, infatti ho lo sfratto. Se potessi uscire? Andrei al cimitero a posare dei fiori sulla tomba di mio marito. E poi a prendere un semplice gelato” sospira la donna avvicinandosi al finestrone della stanza.
Interpellata Atc, il presidente Emilio Bolla dichiara: «Grazie un finanziamento di circa 3,6 milioni di euro proveniente dai fondi “ex Gescal», recentemente sbloccati dalla Regione, Atc ha in cantiere interventi per l’eliminazione delle barriere architettoniche in 128 stabili tra Torino e l’area metropolitana. Tra gli edifici interessati c’è anche quello di via Sansovino 7/B dove nei prossimi mesi sarà realizzata una rampa d’accesso per superare il dislivello tra il piano strada e il pianerottolo». Mentre per il cambio alloggio, il regolamento Atc non lascia spazio alle interpretazioni: “ È possibile in casi di comprovata necessità che gli assegnatari accedano al cambio alloggio in deroga, a condizione di non avere morosità colpevole o di sottoscrivere un piano di rientro».
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