Cerca

INTIFADA STUDENTESCA

Gli occupanti liberano Palazzo Nuovo e imbrattano via Po, appena ripulita dai cittadini

Intanto gli studenti veri si infuriano con la dirigenza del Poli: "Basta essere ostaggio di questi totalitaristi"

L'Intifada studentesca annuncia la fine del'occupazione di Palazzo Nuovo: poco dopo imbratta via Po, ripulita dai cittadini pochi giorni prima

L’Intifada studentesca annuncia la fine dell’occupazione di Palazzo Nuovo e della facoltà di Fisica. Dopo 39 giorni di tende da campeggio e lezioni bloccate, finalmente i due edifici torneranno a disposizione degli studenti. Per il Politecnico, invece, nessuna novità: resta occupato. Sui social gli “acampados” spiegano: “Il blocco delle attività di Palazzo Nuovo non ricopriva più la sua funzione: non molliamo, cambieremo strategia” e “Geuna potrà pensare che la fine della nostra occupazione sia una sua vittoria”. Dal canto suo, il rettore di UniTo Stefano Geuna annuncia una prossima visita a Palazzo Nuovo: “Verificheremo lo stato dei locali così da poter riprendere la normale attività dentro l’Ateneo”. Decisione presa dopo l'approvazione da parte di alcuni dipartimenti delle loro mozioni e probabilmente anche a causa di un'estate alle porte, dove studenti fuori sede torneranno alle loro case. Insomma, rischiavano di rimanere in quattro gatti con due tende. Ma gli stessi dichiarano ancora: "Porteremo l'Intifada per le strade della città".

La fine dell’occupazione è stata annunciata al megafono proprio dagli occupanti ieri sera, che prima di partire in corteo proprio da Palazzo Nuovo hanno fatto partire diversi fuochi d’artificio."Concentrati su fare pressioni sui vertici dell'Università, non molliamo". Ed in effetti a Palazzo Nuovo resta appeso uno striscione: "To be continued". Ad ora, dentro l'edificio resta un'aula occupata destinata proprio a loro, come "polo organizzativo". In 400 poi si sono incamminati verso il Politecnico dove hanno raggiunto gli altri manifestanti. Durante il loro tragitto, hanno “sanzionato” (per l’ennesima volta) i muri del rettorato in via Po, imbrattando con vernice e attaccando manifesti. Diverse scritte sono “comparse” sui muri del porticato che era stato pulito solo pochi giorni prima da commercianti, residenti e addirittura turisti. Come aveva predetto proprio uno dei partecipanti alle operazioni di pulizia, la via è nuovamente piena di scritte dopo la manifestazione.

Gli studenti , quelli veri, sono stanchi di non poter accedere ai locali del Politecnico, ancora occupato. Una lettera firmata da 1127 persone tra studenti e docenti, ricercatori e personale tecnico è stata consegnata ieri al Senato Accademico: poche righe ma dirette, dove i firmatari del documento si rivolgono al rettore del Politecnico, Stefano Corgnati, oltre che ai componenti tutti del Senato «al fine di far emergere un sentimento di forte contrarietà ampiamente condiviso dalla comunità politecnica nel suo insieme». I 1127 chiariscono che «è contemplata ed accettata ogni forma di dissenso che non presenti affinità con il fascismo ed il totalitarismo in nessuna forma poiché non leda a terzi». Comincia poi un elenco di vicende dove studenti e docenti si soffermano: dai Career Days boicottati, alle imbrattazioni: ma anche l’Imam in ateneo, i danni materiali. Nel concludere il testo, i firmatari desiderano dissociarsi da tutte queste azioni e si augurano di venire ascoltati dalla governance del Politecnico.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.