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LA TRUFFA

Arrestata titolare di un CAF: soldi in cambio di permessi di soggiorno

Smascherato un sistema illecito che ha favorito l'ingresso di cittadini albanesi in Italia. In cambio di somme tra 1.500 e 3.500 euro, la donna ha trasmesso 97 richieste di permesso di soggiorno, senza i requisiti necessari

Arrestata titolare di un CAF: soldi in cambio di permessi di soggiorno

L'ufficio perquisito dalla polizia e la titolare arrestata

A Cherasco, un'operazione della polizia ha scoperto un sistema di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. La titolare di un Centro di Assistenza Fiscale (CAF) è stata arrestata e posta ai domiciliari con l'accusa di aver facilitato la permanenza illegale di numerosi cittadini albanesi in Italia. L'indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Asti, ha rivelato pratiche illecite nascoste dietro le attività di un ufficio che appariva regolare.

Tutto ha avuto inizio nel mese di luglio, quando l'Ufficio Immigrazione della Questura di Cuneo ha notato un'insolita quantità di richieste di permessi di soggiorno per motivi di lavoro e ricongiungimento familiare, tutte provenienti da cittadini albanesi. Le domande, inoltrate tramite kit postali, contenevano documenti che non soddisfacevano i requisiti legali necessari per l'ottenimento dei permessi. Questo ha insospettito gli agenti, che hanno avviato un'indagine approfondita.



Le indagini hanno rivelato che tutte le pratiche sospette erano riconducibili al CAF di Cherasco, gestito da una cittadina italiana di 64 anni, Rosalia La Corte. La donna, in cambio di somme di denaro comprese tra 1.500 e 3.500 euro, avrebbe istruito e trasmesso ben 97 kit postali, di cui 70 per permessi di soggiorno per motivi familiari e 27 per motivi di lavoro subordinato. Il tutto, in totale assenza dei requisiti richiesti dalla legge.



Il Questore della provincia di Cuneo, Carmine Rocco Grassi, ha sottolineato l'importanza della collaborazione tra l'Ufficio Immigrazione e la Squadra Mobile della Questura di Cuneo. Questa sinergia ha permesso di smascherare un sistema ben organizzato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, che vedeva la titolare del CAF operare come una vera e propria agenzia di affari, lucrando ingenti somme di denaro ai danni degli stranieri in cerca di assistenza.

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