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BRINDISI DA RECORD
11 Dicembre 2024 - 12:42
Immagine di repertorio
Le bollicine italiane non si fermano più: nel 2024 la produzione supera per la prima volta il miliardo di bottiglie. Un traguardo senza precedenti che consacra l’Italia come regina mondiale delle bollicine. A rivelarlo è l’Osservatorio del vino Uiv-Ismea, che sottolinea la straordinaria capacità del settore di crescere e resistere, anche di fronte a crisi economiche e tensioni internazionali.
Le feste natalizie si preannunciano scoppiettanti: tra Natale e Capodanno verranno stappate 355 milioni di bottiglie di bollicine italiane, segnando un +7% rispetto all’anno precedente. Di queste, 251 milioni voleranno sui mercati esteri (+9%), mentre 104 milioni brinderanno sulle tavole italiane (+2%). A cedere il passo è lo champagne, che registra un calo dell’8% con 5,1 milioni di bottiglie vendute.
Se il prosecco è il re delle bollicine, lo spritz è senza dubbio il suo alleato più popolare. Il "fenomeno spritz" continua a macinare numeri impressionanti: nel 2024 si stima un consumo di 2,8 miliardi di cocktail a base di Prosecco e altri spumanti italiani. Per soddisfare questa domanda sono state utilizzate circa 340 milioni di bottiglie, contribuendo a far crescere l’export del 9%, con gli Stati Uniti in prima linea tra i mercati di riferimento.
A trainare il successo delle bollicine italiane sono le Denominazioni di Origine Controllata (Doc) e le Denominazioni di Origine Controllata e Garantita (Docg), che rappresentano circa l’80% del totale prodotto. Se un tempo la produzione era concentrata nelle regioni del nord, oggi il fenomeno ha conquistato tutto il territorio nazionale, con 70 Denominazioni Doc e 17 Docg operative da nord a sud.
Con 1,015 miliardi di bottiglie prodotte, il bilancio del 2024 si chiude con un incremento dell’8% rispetto all’anno precedente. Mentre il consumo di altre bevande alcoliche rallenta, le bollicine italiane avanzano, rafforzando la loro immagine di eccellenza enologica. Questo primato non solo consolida la leadership italiana, ma diventa anche motore di sviluppo per l’export e il turismo enogastronomico, due settori strategici per il Paese.
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