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Anna Maria Poggi parla all’associazione Dumsedafé
17 Dicembre 2024 - 10:51
Anna Maria Poggi
Prima era una banca, adesso c’è una fondazione. Si chiama sempre Crt. E sullo scranno più alto siede sempre una “madama”, anzi, la “Madama” (nel senso più nobile del termine). Negli anni ruggenti si chiamava Emanuela Savio, oggi si chiama Anna Maria Poggi, fine giurista, costituzionalista di alto livello e fama. L’unica che ha saputo e potuto affrontare di petto una situazione difficile, almeno nella narrazione, e risolvere i problemi che erano emersi, mettendo al riparo l’istituzione da “attacchi alla diligenza”, sempre possibili. Mesi fa (e anche dopo), quando la costituzionalista ha parlato, e quando poi si è messa a lavorare, anche il Mes si è guardato bene dall’eccepire, con buona pace di chi già aveva individuato nomi e cognomi di commissari o pretoriani di questo o di quel partito. Ebbene, Anna Maria Poggi ha ricordato i passaggi della sua esperienza ai vertici della Fondazione Crt nel corso della consueta agape organizzata nelle sale dell’Unione Industriali dall’associazione “Dumsedafé”.
PATRIZIA POLLIOTTO E PIERO GOLA
Introdotta con belle parole dal presidente e gran cerimoniere Piero Gola, la Madama ha cominciato dall’inizio e, per giunta, senza annoiare. «Le fondazioni bancarie - ha spiegato - sono nate quasi per caso. Ci sono voluti quasi dieci anni perché scoprissero una loro identità e si divincolassero dai condizionamenti dei partiti, grazie anche a due pronunce della Corte di Cassazione. Sia chiaro, io ho un gran rispetto per la politica e per i partiti, ma il nostro è un altro settore». Anna Maria Poggi ha poi aggiunto che «le fondazioni sono un'espressione sociale», che la Crt oggi da lei presieduta, ha devoluto la bellezza «di due miliardi di euro per migliaia di progetti, di più alto e di più basso profilo. Curando i primi come gli ultimi, perché questo è fare sistema; non lo fanno 4 o 5 persone che si riuniscono in una stanza...». La Fondazione Crt è la terza in Italia dopo Cariplo e la Compagnia Sanpaolo, «e ricordo che al di là degli intoppi di cui siamo tutti a conoscenza, l’Istituzione si è sviluppata ed è cresciuta. Ha devoluto 100 milioni di euro per le Ogr che, tra l’altro, oggi ospitano il Centro di ricerca per l’Intelligenza Artificiale.
PIERO GOLA E CATERINA BIMA
La nostra è una “galassia” composita, ricordo la “Scialuppa” onlus contro l’usura, la Fondazione Ulaop che si occupa di educazione, le devoluzioni nel settore dell’arte, per il Castello di Rivoli e per la stessa Artissima e la Fondazione sviluppo e crescita “Ream”. «Aggiungo poi che saremo in grado di devolvere qualcosa come 60 milioni di euro in più. Abbiamo lavorato molto e oggi mi sento di dire che abbiamo vinto la sfida. Non sono io che l’ho vinta, ma la Fondazione con le sue donne e i suoi uomini». E ad ascoltarla e ad applaudirla, c’erano anche due signore, strette collaboratrici della professoressa, il notaio Caterina Bima e l’avvocato Patrizia Polliotto. Vicino a alla presidente c’era anche chi l’ha proposta e la voluta al vertice della Fondazione, l’eminenza grigia Giampiero Leo.
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