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LA PAROLA DELL'ANNO

"Rispetto": la parola che riassume il 2024

La Treccani sceglie "rispetto" come parola dell'anno, simbolo delle relazioni umane e sociali. Ecco perché

"Rispetto": la parola che riassume il 2024

Immagine di repertorio

Cosa significa davvero "rispetto" in un mondo sempre più interconnesso e frammentato? L’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani ha scelto "rispetto" come parola del 2024, un termine che risuona come un appello alla coscienza collettiva. Questo valore emerge come un pilastro fondamentale, un ponte tra le persone che trasforma il dialogo in un’opportunità di crescita reciproca.

Il rispetto non è solo una parola, ma un atteggiamento che racchiude stima, attenzione e riguardo verso gli altri. Come spiegano Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, condirettori del vocabolario Treccani, il termine deriva dal latino respectus, che significa "guardare indietro" o "guardare di nuovo". Questo etimo ci invita a riflettere prima di giudicare, a considerare le storie e le esperienze altrui. In un mondo dove indifferenza e superficialità sembrano spesso prevalere, il rispetto diventa un antidoto essenziale contro violenza e noncuranza.

Un esempio concreto del valore del rispetto si osserva nei luoghi di lavoro. Qui, esso è fondamentale per costruire ambienti collaborativi e produttivi. Non si tratta solo di cortesia, ma di riconoscere il valore e la dignità di ogni individuo, indipendentemente dal ruolo ricoperto. Un clima di rispetto favorisce fiducia, riduce i conflitti e incoraggia l’innovazione, permettendo alle persone di esprimere liberamente le proprie idee senza timore di giudizi negativi. Tuttavia, i dati rivelano una realtà spesso distante da questo ideale: secondo un’indagine di Eurofound, tra il 4% e il 15% dei lavoratori in Europa ha subito intimidazioni sul lavoro. Questi numeri evidenziano l’urgenza di promuovere ambienti rispettosi e sicuri, capaci di incarnare il significato autentico del termine "rispetto".

Investire in politiche aziendali che valorizzano il rispetto reciproco non è solo una questione etica, ma una strategia vincente. Migliorare il benessere dei dipendenti e l’efficienza organizzativa significa anche favorire una maggiore soddisfazione lavorativa e ridurre i comportamenti negativi, creando così un ambiente più armonioso e produttivo per tutti.

La scelta della Treccani non si limita a descrivere il presente, ma rappresenta anche un auspicio per il futuro. In un’intervista all’ANSA, Ilaria Gaspari, filosofa e scrittrice, ha sottolineato come il rispetto possa essere una risposta alla violenza e all’aggressività del nostro tempo. Trattare gli altri come oggetti o subordinati, secondo Gaspari, apre la strada ad atteggiamenti inaccettabili. Al contrario, riconoscere l’altro come un soggetto, un nostro pari, significa valorizzare la sua dignità e costruire un rapporto autentico basato su condivisione e dialogo.

L’ultimo rapporto dell’OCSE ha messo in evidenza una crescente incapacità di comprendere, non solo i libri, ma anche le emozioni e le esperienze altrui. Gaspari suggerisce che l’arte e la letteratura possano potenziare la nostra empatia, permettendoci di sentire con gli altri e di superare le nostre paure. In questo senso, il rispetto diventa uno strumento per leggere il mondo e le persone, un invito a non rimanere confinati nelle passioni tristi che ci isolano.

Il rispetto, dunque, non è solo una parola, ma un abbraccio universale che unisce le persone oltre le differenze. È un invito a costruire una società più giusta, dove le relazioni autentiche prevalgano sulla superficialità.

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