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Scandali e polemiche
26 Febbraio 2025 - 13:00
Alla fine, Karla Sofia-Gascón ci sarà domenica 2 marzo al Dolby Theater per gli Academy Awards 2025, nonostante le sue passate azioni. L'attrice trans, la prima ad essere candidata nella storia delle premiazioni, aveva precedentemente rinunciato a partecipare alla stagione dei premi e lo stesso team di "Emilia Pérez" si era distanziata da lei. Netflix stessa voleva tagliare tutti i ponti con Gascón ma l'atmosfera sembra essere cambiata.
Infatti, come ha riportato Variety, sembra proprio che la casa di produzione mainstream finanzierà le spese che l'attrice farà per partecipare alla serata più stellata di Hollywood ma ancora non si sa se siederà accanto alle collaboratrici del film Zoe Saldana, Selena Gomez e il regista Jacques Audiard, né se farà interviste sul red carpet.
Quello che si sa è che Karla Sofia-Gascón sarà presente e se dovesse vincere (un'improbabilità data la presenza di Demi Moore e Mikey Madison) farebbe la storia portandosi a casa l'Oscar e il titolo di prima donna trans a vincerlo nella categoria di Miglior Attrice Protagonista ma prima del 2 marzo, l'attrice sfilerà a Parigi il 28 febbraio per i César Awards.
Questo 'pardon' ricevuto dalle case di produzione non è un caso isolato: anche James Gunn, presidente della DC Universe e regista dei film de "I Guardiani della Galassia" era stato licenziato e poi riassunto dalla Marvel per l'ultimo capitolo della trilogia uscita nel 2023; Trevor Noah, conduttore, comico ed autore di tweet antisemiti e misogini, ha condotto i Grammys per 4 volte; il cantautore country Blake Shelton, omofobo e razzista secondo vecchi tweets, è rimasto per anni giudice di The Voice USA. E da qui parte un dilemma: la tanto temuta 'cancel culture' può essere superata? Possono il razzismo, l'omofobia, l'antisemitismo e la misoginia essere perdonati?
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