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Animali e salute
13 Marzo 2025 - 15:30
Da archivio
Ad Asti, si è tenuta una riunione cruciale per affrontare una delle problematiche più pressanti del territorio: la proliferazione incontrollata dei cinghiali. Un incontro che ha visto la partecipazione di figure chiave come il prefetto Claudio Ventrice, il commissario straordinario alla peste suina africana Giovanni Filippini e l'assessore regionale all'agricoltura Paolo Bongioanni. La convocazione, avvenuta presso il palazzo del governo di Asti, è stata sollecitata dalla Coldiretti locale, rappresentata dalla presidente Monica Monticone e dal direttore Giovanni Rosso.
La questione dei cinghiali non è nuova per l'Astigiano. La regione, con la sua vocazione agricola e i suoi paesaggi vitivinicoli Langhe Roero e Monferrato, patrimonio Unesco, è particolarmente vulnerabile all'impatto di questi animali. La Coldiretti ha evidenziato come le restrizioni imposte dall'istituzione dell'area di controllo dell'espansione virale (Cev), che comprende 27 Comuni, abbiano ostacolato interventi di contenimento efficaci, portando a un aumento significativo della popolazione di cinghiali. Questo non solo minaccia le colture, ma rappresenta anche un serio rischio per la sicurezza stradale, come confermato dal prefetto Ventrice alla luce dell'aumento dei sinistri.
Durante l'incontro, è emersa la necessità di ampliare le possibilità di intervento a tutti gli operatori faunistici specializzati, laddove le condizioni sanitarie ed epidemiologiche lo consentano. Giovanni Filippini ha annunciato che entro la fine di marzo verrà presentato un nuovo piano strategico per il contenimento della peste suina africana, aggiornato in base all'andamento epidemiologico. Inoltre, dal 17 marzo, verranno impiegati cani molecolari per la ricerca attiva di carcasse e la raccolta di dati epidemiologici, un passo avanti significativo per migliorare il monitoraggio della situazione.
L'Amministrazione provinciale ha formalizzato una richiesta per il superamento delle zone Cev o per una riduzione della loro estensione, che attualmente interessa il 32% del territorio provinciale. Questa mossa potrebbe rappresentare un punto di svolta per la gestione del problema, permettendo interventi più mirati e tempestivi. La collaborazione tra le diverse istituzioni e la comunità locale sarà fondamentale per trovare soluzioni sostenibili e durature. In un contesto in cui la natura e l'agricoltura si intrecciano in modo indissolubile, la gestione della fauna selvatica diventa una questione di equilibrio delicato.
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