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SALUTE
13 Marzo 2025 - 23:00
Immagine di repertorio
Il morbillo è tornato a diffondersi in Europa con numeri preoccupanti. Nel 2024, sono stati registrati 127.350 casi, il doppio rispetto all’anno precedente e il dato più alto dal 1997. A rivelarlo è un rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e dell’Unicef.
I bambini sotto i cinque anni sono tra i più colpiti, rappresentando oltre il 40% delle infezioni. Più della metà delle persone contagiate ha avuto bisogno di cure ospedaliere e, in base ai dati aggiornati al 6 marzo, sono stati riportati 38 decessi. Negli ultimi anni il morbillo aveva già mostrato una ripresa, con oltre 89.000 casi nel 2018 e 106.000 nel 2019. Il problema si è aggravato dopo la pandemia di Covid-19, che ha fatto calare le vaccinazioni, favorendo la diffusione del virus. "In molti Paesi i livelli di copertura vaccinale non sono ancora tornati a quelli pre-pandemia, aumentando il rischio di nuove epidemie", avverte il rapporto.
Il direttore regionale dell’Oms per l’Europa, Hans Henri P. Kluge, ha sottolineato la gravità della situazione: «Il morbillo è un segnale d’allarme. Senza una copertura vaccinale adeguata, la salute pubblica è a rischio. Dobbiamo rafforzare gli sforzi per proteggere chi non è ancora vaccinato».
Nel 2024, l’Europa ha contato un terzo di tutti i casi di morbillo segnalati nel mondo. Solo nel 2023, circa 500.000 bambini della regione non hanno ricevuto la prima dose del vaccino. Anche l’Unicef ha lanciato un appello per interventi rapidi. «L’aumento dei casi dimostra che ci sono ancora troppe persone non vaccinate», ha dichiarato Regina De Dominicis, direttrice dell’Unicef per l’Europa e l’Asia centrale ad Adnkrons. «Per proteggere i bambini, servono investimenti nella sanità e nei programmi di prevenzione».
Anche in Italia il morbillo è tornato a circolare. Tra gennaio e febbraio 2025, sono stati segnalati 127 casi, di cui 117 confermati in laboratorio. Secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), il 37,8% delle persone contagiate ha avuto almeno una complicanza, con polmonite e diarrea tra le più frequenti. È stato registrato anche un caso di encefalite in un giovane adulto non vaccinato. Le regioni con più contagi sono Lombardia, Veneto, Liguria, Marche, Lazio, Campania e Sicilia, che insieme hanno riportato quasi l’80% dei casi. Le incidenze più alte si registrano in Sicilia, provincia di Trento, Marche e provincia di Bolzano.
L’età media dei contagiati è di 30 anni, ma il virus ha colpito anche molti bambini: tra i più piccoli, il tasso di infezione è il più elevato. Otto neonati con meno di un anno sono stati contagiati. Tra i 115 casi di cui si conosce lo stato vaccinale, il 90,4% non era vaccinato. Solo otto persone avevano ricevuto una dose di vaccino e una sola aveva completato il ciclo con due dosi.
La maggior parte delle infezioni si è verificata in famiglia (55,7%), ma anche in ospedali e ambulatori (21,3%), durante viaggi internazionali (14,8%) e nei luoghi di lavoro (6,6%). Tredici contagiati lavorano in ambito sanitario e dieci di loro non erano vaccinati. Gli esperti avvertono che, senza un aumento della copertura vaccinale, il rischio di nuove ondate di morbillo rimane alto.
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