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Economia
20 Marzo 2025 - 12:50
Il Piemonte sta affrontando il declino delle imprese giovanili. Secondo l'analisi condotta da Unioncamere-InfoCamere, negli ultimi dieci anni, la regione ha visto scomparire 8.775 imprese guidate da giovani sotto i 35 anni. Questo dato allarmante, che ha visto le imprese giovanili passare da 45.305 a 36.530, è un chiaro segnale di una trasformazione profonda del tessuto imprenditoriale italiano, alimentata da una crisi demografica che non accenna a rallentare.
Il calo in Piemonte non è un fenomeno isolato, ma riflette una tendenza nazionale. In tutta Italia, il settore artigiano ha perso oltre 47.000 imprese giovanili, pari a un calo del 28,1%. Questo declino è particolarmente significativo se si considera che, nel 2014, le imprese giovanili rappresentavano il 10,1% del totale delle attività economiche in Piemonte, mentre oggi questa percentuale è scesa all'8,7%. La trasformazione del panorama imprenditoriale è evidente anche nella composizione settoriale di queste imprese: se nel 2014 il commercio e le costruzioni costituivano quasi il 45% delle imprese under 35, oggi la loro quota è scesa al 37%. Al contrario, settori come i servizi alle imprese e l'ICT hanno visto un incremento, passando rispettivamente dall'8,7% all'11,8% e dal 6,4% all'8%. Questo cambiamento testimonia un crescente orientamento delle nuove generazioni verso settori tecnologici e di servizi avanzati.
Francesca Nota, presidente del Movimento Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese Piemonte, sottolinea che questo dato va letto in un contesto economico generalizzato e va inserito all'interno di uno scenario sociale di invecchiamento della popolazione. Come sottolinea Nota nel comunicato: "In Italia e in Piemonte il numero dei giovani è crollato. Voglio ricordare che in Piemonte l’andamento della popolazione tra i 15 e i 34 anni negli ultimi 10 anni è diminuita di 11.863 unità (-1,4%)”.
La diminuzione del numero di giovani ha un impatto diretto sulla capacità di rinnovamento del tessuto imprenditoriale. Meno giovani significa meno idee nuove, meno innovazione e meno capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato globale.
Aggiunge infine che “l’Italia ha bisogno di nuove generazioni di imprenditori capaci di portare innovazione e valore aggiunto nei settori ad alta intensità di conoscenza. Chiediamo alle istituzioni di intervenire con politiche mirate, investendo nelle competenze e nella digitalizzazione per rendere più attrattiva e sostenibile la scelta imprenditoriale per i giovani. Non possiamo permetterci di perdere altre imprese giovanili: il futuro dell’artigianato e dell’economia del nostro Paese dipende dalla capacità di sostenere chi ha il coraggio di mettersi in gioco”.
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