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Tariffe congelate, servizi a rischio: le cooperative sociali in Piemonte al limite

"Se non si interviene subito, molte realtà dovranno interrompere i servizi e la ricaduta sarà su lavoratori e famiglie"

Tariffe congelate, servizi a rischio: le cooperative sociali in Piemonte al limite

Un allarme lanciato dalle cooperative sociali di Confcooperative Piemonte: i servizi socio-assistenziali e sanitari, da sempre fondamentali per le fasce più vulnerabili della popolazione, rischiano di scomparire. La causa? L’incapacità delle istituzioni pubbliche di adeguare le tariffe per i servizi, nonostante l'aumento salariale previsto dal rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (Ccnl) per i lavoratori del settore. Senza risposte rapide e concrete, molte cooperative potrebbero essere costrette a chiudere, lasciando senza supporto le categorie più fragili, come anziani, disabili e minori.

Nonostante l'incremento salariale del 15% previsto per i lavoratori delle cooperative, che dovrebbe arrivare entro il 2026, le amministrazioni pubbliche non hanno previsto adeguamenti nei fondi destinati ai servizi, creando una crisi insostenibile. Per comprendere l'importanza del settore socio-sanitario in Piemonte, è sufficiente considerare che, oltre ai 55.000 lavoratori del comparto pubblico sanitario, ci sono circa 50.000 persone impiegate nelle imprese che operano nei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali. Di queste, più di 30.000 lavorano nelle cooperative sociali. In particolare, Confcooperative Piemonte conta oltre 20.000 occupati nelle proprie cooperative, che ogni giorno garantiscono servizi essenziali per le persone più vulnerabili. Se l’aumento salariale previsto dal Ccnl non sarà accompagnato dall’adeguamento delle tariffe pubbliche, il rischio è che i lavoratori del settore, già in difficoltà, vedano i loro diritti compromessi, con pesanti ricadute anche sui servizi erogati.

A Torino, la crisi è ancora più acuta. Le cooperative sociali che operano nell'assistenza ai disabili e ai minori hanno deciso di impugnare al Tar la convenzione stipulata con la Città di Torino, l'Asl e la Regione, perché non vengono previsti fondi adeguati per sostenere l'aumento dei salari. Se non arriveranno risposte tempestive, il rischio è che i servizi essenziali per le persone più vulnerabili vengano interrotti.

Irene Bongiovanni, presidente di Confcooperative Piemonte Nord, ha dichiarato: «Questo è il momento dei fatti, perché non si può più attendere. Il consiglio comunale di Torino ha riconosciuto la necessità di un adeguamento, ma oggi occorre dare seguito alle decisioni prese. Se non si interviene subito, molte realtà dovranno interrompere i servizi e questo avrà una ricaduta su lavoratori e famiglie». Un’esigenza di azione che non può più essere rimandata.

Confcooperative Piemonte chiede con urgenza un intervento concreto da parte delle istituzioni per garantire l'adeguamento delle tariffe e assicurare la continuità dei servizi. Mario Sacco, presidente di Confcooperative Piemonte Sud e di Confcooperative Sanità Piemonte, ha sottolineato: «La nostra Regione è in ritardo nelle risposte e deve farsi carico della questione in modo responsabile, garantendo un progressivo adeguamento delle tariffe. Gli operatori sanitari non possono attendere, i nostri cari che necessitano dei servizi non possono aspettare. Non possiamo lasciare sole le imprese cooperative che stanno garantendo continuità ai servizi solo grazie al senso di responsabilità di soci e lavoratori». Senza azioni concrete, molte cooperative potrebbero essere costrette a chiudere i battenti.

L’emergenza è ormai alle porte. Le cooperative sociali, che da anni garantiscono assistenza a migliaia di persone in difficoltà, rischiano di non poter più farlo se le istituzioni non risponderanno in tempi brevi. Come ha concluso Mario Sacco, "Ci siamo sempre messi a disposizione delle Istituzioni nel dialogo e nella costruzione, ma ora vogliamo azioni concrete". 

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