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Politica & Sanità

Torino, la sanità (in rosso) ai pazienti: "Ecco quanto ci costate"

In Consiglio Regionale un ordine del giorno per aggiungere le "parcelle" sui referti degli esami e i fogli di dimissioni

La Sanità in Piemonte: Trasparenza sui Costi e Sfide del Sistema Sanitario

La sanità pubblica è un diritto fondamentale, ma quanto costa realmente? In Piemonte, una nuova iniziativa mira a rispondere a questa domanda, rendendo i cittadini più consapevoli del valore delle prestazioni sanitarie che ricevono. Però ci si può anche chiedere: è giusto far sapere al cittadino-paziente quanto costa realmente alla sanità pubblica?

Pronto a far discutere, nonostante sia stato approvato all'unanimità in Consiglio Regione, è un ordine del giorno che più bipartisan non potrebbe essere: a presentarlo, infatti, i consiglieri Davide Zappalà di Fratelli d'Italia e Mauro Salizzoni del Partito Democratico. "Questa misura non è un tentativo di recuperare costi dai pazienti - ci viene detto -, ma piuttosto un modo per illuminare il peso economico che la sanità pubblica rappresenta per la Regione".

L'idea di presentare ai pazienti il "conto" delle prestazioni sanitarie non è nuova. Come ricorda Mauro Salizzoni, ex chirurgo e direttore del centro trapianti di fegato alle Molinette (dove teneva una foto di Che Guevara sulla scrivania), una simile iniziativa era già stata sperimentata nel 2012 (con la giunta di Roberto Cota, proposta anche allora di Salizzoni stesso). L'obiettivo è chiaro: educare i cittadini sul valore del servizio sanitario regionale, finanziato attraverso le tasse. In un contesto in cui la spesa sanitaria rappresenta quasi il 90% del bilancio regionale, la consapevolezza diventa cruciale, spiega. "Naturalmente una iniziativa di questo tipo va accompagnata da una adeguata campagna informativa" dice Salizzoni. Di sicuro per far capire al cittadino che non si sta presentando una parcella. Sui fogli dei referti o delle dimissioni ospedaliere, per maggior tranquillità, accanto alla somma totale ci sarà una definizione del tipo "non esigibile" o "pagamento non richiesto".

Che il tema dei costi della sanità sia al centro delle preoccupazioni dell'amministrazione regionale è abbastanza chiaro. Le spese delle aziende sanitarie sono una voce predominante nel bilancio. Le cifre stimate vanno dai 400 ai 700 milioni di euro, tanto che ai dirigenti ora viene chiesto di essere manager dell'efficienza (ossia tagli). La sola Città della Salute ha un buco di una sessantina di milioni. Tanto che Thomas Schael, il commissario designato della Città della Salute, ha già rimarcato che, al momento del suo "ingaggio", gli era stato garantito che il bilancio, in rosso o meno, sarebbe stato approvato dall'amministrazione uscente. Invece toccherà a lui.

Schael, tramite media, ha già annunciato di voler sospendere pro tempore le attività in libera professione, ossia intra moenia. Misura che non piace ai medici, tanto che i sindacati sono già sul piede di guerra. Mentre non è ancora ben chiaro, a parte quanto riferito dall'assessore regionale Federico Riboldi, quale possa essere la strategia per le liste d'attesa. Mesi e mesi per una prestazione sanitaria, al termine della quale si riceverà un foglio con il conto, per farci sapere che a fronte di 60 euro del nostro ticket - facciamo un esempio - la Regione ne spende 10mila.

E voi che ne pensate? Una giusta misura per la trasparenza della sanità pubblica o un riversare sul cittadino/paziente la responsabilità della spesa? Fatecelo sapere rispondendo nei commenti sotto questo articolo oppure scrivendo alla redazione di TorinoCronaca su WhatsApp.

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