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Sanità
20 Gennaio 2025 - 13:10
Operazione chirurgica
«Dopo essere caduto sono stato portato dall'ambulanza al Mauriziano, dove sono stato preso in cura nel reparto di ortopedia. Già al momento del mio arrivo la situazione era allucinante. Sono stato "parcheggiato" in corridoio in assenza di sedie a rotelle e lettini», racconta.
L'alternativa, per non dover aspettare così tanto, è rivolgersi a un medico privato, che sicuramente accorcia le attese ma gonfia il costo dell'intervento.
«Mi hanno chiesto se fossi un calciatore. Perché essere uno sportivo ti permette di "saltare la fila", ma io sono stato sincero: no, non gioco a pallone e per questo dovrei aspettare ancora sette mesi - racconta - Ora ho abbandonato le stampelle, e messo un tutore che mi aiuti a tenere ferma la rotula, ma non posso andare avanti così. Ho già prenotato diversi consulti da medici privati, ma si parla di cifre importanti».
Il pensiero di Antonio va anche agli altri pazienti: «Diciamo che io a 26 anni riesco comunque a rimanere attivo, ma già una persona anziana se costretta a stare ferma per così tanto tempo...».
VISITE SPECIALISTICHE? «NON C'É POSTO»
Le lunghe liste d'attesa per accedere ai servizi sanitari è un problema che si allarga sempre più in diverse visite specialistiche: o si aspetta o si va fuori Torino.
Dai dati raccolti la scorsa settimana, per una gastroscopia si parla a dicembre 2025. Per una mammografia? Ce la si può cavare per fine febbraio, ma a Gravellona. Per una colonscopia, invece, non c'è posto in tutto il Piemonte.
Informazioni non troppo ottimistiche, contando che solamente sette giorni fa il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha dichiarato che «la riduzione delle liste di attesa è la nostra priorità». Eppure il quadro generale mostra ancora una situazione di difficoltà per molte prestazioni.
I DATI
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