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Hiv, approvato negli USA il farmaco che si assume due volte l’anno: “Lenacapavir può cambiare tutto”

La FDA dà il via libera alla prima PrEP semestrale contro l’Hiv. Gli esperti: “È la svolta che aspettavamo da decenni”

Hiv, approvato negli USA il farmaco che si assume due volte l’anno: “Lenacapavir può cambiare tutto”

Una singola iniezione ogni sei mesi per proteggersi dall’Hiv. Lenacapavir, nome commerciale Yeztugo, è il primo farmaco di profilassi pre-esposizione (PrEP) a lunga durata d’azione approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense. Un passo che molti esperti definiscono storico nella lotta contro il virus che da oltre 40 anni causa una delle pandemie più persistenti della storia moderna.
La molecola, prodotta dalla Gilead Sciences, promette di semplificare drasticamente la prevenzione dell’HIV, offrendo un’alternativa efficace, sicura e soprattutto duratura rispetto alle tradizionali compresse quotidiane. Secondo Greg Millett, direttore delle politiche pubbliche della fondazione amfAR, “questo farmaco potrebbe davvero porre fine alla trasmissione dell’Hiv”.

Non si tratta tecnicamente di un vaccino, ma l’efficacia dimostrata nei trial clinici è sorprendente. In due studi condotti in Sudafrica e Uganda su oltre 5.000 adolescenti e giovani donne sessualmente attive, nessuna delle partecipanti che ha ricevuto lenacapavir ha contratto l’Hiv, a fronte di un 2% di nuove infezioni nel gruppo che assumeva la PrEP quotidiana.
Risultati analoghi sono stati registrati in uno studio parallelo tra uomini gay e persone non conformi al genere, in Stati Uniti e altri Paesi ad alta incidenza. La rivista Science aveva già definito il farmaco come “la cosa più vicina a un vaccino contro l’Hiv” mai realizzata.

Lenacapavir potrebbe rappresentare una svolta concreta, soprattutto per le donne, che costituiscono circa la metà delle nuove infezioni globali ma spesso non possono negoziare l’uso di metodi di prevenzione con i partner. Inoltre, per chi vive in contesti di povertà, stigma o marginalizzazione, una terapia semestrale discreta e autonoma può fare la differenza.
Gilead ha già licenziato gratuitamente la produzione a sei aziende farmaceutiche per garantirne una versione low cost in 120 Paesi a risorse limitate. L’azienda punta anche a facilitare l’approvazione internazionale grazie al programma europeo EU-Medicines for All, aprendo la strada a una diffusione globale rapida.

Nonostante l’entusiasmo, l’adozione su larga scala resta incerta. Negli Stati Uniti, il sistema sanitario è sotto pressione: tagli a Medicaid, riduzione degli aiuti per la lotta all’Hiv e disparità nell’accesso alla sanità rischiano di rallentare la distribuzione di Yeztugo, soprattutto tra le fasce più vulnerabili.
Anche in Italia la guardia resta alta. Il 12° Workshop nazionale Cisai, in programma a Milano il 19 e 20 giugno, presenterà dati aggiornati sull’epidemia. Nel 2023 sono state 2.349 le nuove diagnosi di Hiv, quasi 500 in Lombardia. Le città più colpite restano Roma, Milano e Bologna, con un aumento nella fascia 40-49 anni e tra i giovani.
I numeri restano allarmanti: 30.000 nuove infezioni ogni anno negli USA, 1,3 milioni nel mondo. Gli obiettivi dell’ONU per porre fine all’epidemia entro il 2030 sono ancora lontani, ma lenacapavir potrebbe essere la chiave mancante, se affiancato da politiche sanitarie eque e inclusive.

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