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Ambiente

Cabras sotto assedio: ecco perché un paradiso naturale e archeologico è in pericolo

Il Piano di utilizzo del litorale, le strutture abbandonate e la voce dei turisti in questo angolo di Sardegna

Cabras, un luogo che sembra benedetto dagli dei, oggi si trova sotto assedio. Non da invasori esterni, ma dall'incredibile decisione della sua stessa amministrazione comunale, capeggiata dal sindaco in carica, che ha stilato un Piano di Utilizzo del Litorale (PUL) che, in alcune sue parti, rappresenta una vera e propria aggressione a uno dei territori più preziosi e fragili della Sardegna. Sì, avete letto bene: utilizzo. E già il termine in sé suona come una bestemmia quando parliamo di un autentico santuario della natura e dell'archeologia. Il litorale di Cabras, con i suoi oltre trenta chilometri di spiagge incontaminate, rischia di trasformarsi in un parco giochi turistico, sacrificato sull’altare di un’economia miope e superficiale.

Cabras: un patrimonio inestimabile

Il territorio di Cabras è un luogo che trasuda bellezza e storia. Le sue spiagge, tra cui Maimoni, Is Arutas e Mari Ermi, sono rinomate in tutto il mondo per la loro sabbia di quarzo bianco, un vero e proprio tesoro naturale. A poca distanza da queste spiagge si apre la laguna di Cabras, cuore pulsante della vita locale, in cui da secoli si allevano i muggini da cui si ricava la pregiatissima bottarga, oro gastronomico della Sardegna.

E poi c'è l’agricoltura: per parlare di un solo prodotto, il riso di Cabras è uno dei più apprezzati anche dai produttori che lo usano come semente, tanto da essere quotatissimo alla borsa nazionale del riso di Vercelli. Come se non bastasse, il territorio ospita anche l’antico villaggio di pescatori di San Giovanni di Sinis, dove si trovano i resti dell'importante sito archeologico di Tharros, meta di centinaia di migliaia di turisti ogni anno e una meravigliosa chiesa bizantina, riportata per la sua architettura archetipica nei manuali di storia dell'arte, dove sui muri all'esterno delle absidi stanno crescendo alberi . Mont’e Prama, con i suoi giganteschi guerrieri scolpiti, ha riportato alla luce un passato misterioso e affascinante, che gli archeologi delle maggiori università italiane e straniere stanno ancora oggi studiando per riscrivere la storia delle civiltà mediterranee. Nel territorio si trovano inoltre alcuni santuari ipogeici dell'età del bronzo. Vi è a Cabras un bel museo che custodisce alcuni di questi reperti. La flora ha specie autoctone come la palma nana che cresce solo qui, la fauna conta circa quattrocento specie di uccelli e, in primavera è il paradiso degli ornitologi. Il mare da anni è un'AREA MARINA PROTETTA. Con la sua biodiversità è uno degli ultimi angoli selvaggi e incontaminati del Mediterraneo.

Il PUL: una vergogna travestita da opportunità

Con tutto questo inestimabile patrimonio, cosa pensa bene di fare l'amministrazione comunale? Un Piano di Utilizzo del Litorale che grida vendetta. Non ci sono altre parole per descrivere una tale scelleratezza. Il PUL prevede l'introduzione di concessioni demaniali lungo il litorale, dove, Dio non voglia, potrebbero sorgere sdraio, ombrelloni, giochi, pattìni, pedalò e chissà, forse anche moto d’acqua. Tutto per una fantomatica domanda di clientela altospendente, composta da turisti che verrebbero a godere di stabilimenti balneari come in qualsiasi altra spiaggia d’Italia. Ma si dimentica che ciò che attrae i turisti in queste zone non sono gli stabilimenti, bensì la bellezza selvaggia e incontaminata.

È mai possibile che non si riesca a capire questo? Gli stessi turisti cosiddetti altospendenti non verrebbero mai qui per sdraio e ombrelloni: verrebbero per immergersi in un paradiso naturale. Eppure, con il PUL si punta a una trasformazione, cancellando l’anima di Cabras in nome di un profitto a breve termine che ignora il vero valore del territorio.

Uno degli argomenti più insensati utilizzati a sostegno del PUL è il presunto aumento dell’occupazione. Certo, ci saranno nuovi posti di lavoro per gestire gli stabilimenti balneari, si dice. Ma a quale prezzo? Gli stessi fondi che si utilizzerebbero per creare queste strutture potrebbero essere investiti diversamente. Ad esempio, si potrebbero assumere giovani del posto per proteggere il territorio, sorvegliare contro gli atti di inciviltà che troppo spesso deturpano le spiagge, e per manutenere le strutture già esistenti, come le docce arrugginite e i muretti a secco crollati.

Proposte sostenibili ignorate

Le alternative a questa devastazione sono chiare e alla portata di tutti, tranne, apparentemente, dell'amministrazione comunale. Un’idea pratica sarebbe quella di costruire due nuovi campeggi attrezzati esclusivamente per camper, con l’introduzione di una tassa di soggiorno che potrebbe finanziare la manutenzione delle aree protette. Invece di trasformare il litorale in un luna park, si potrebbe puntare a eliminare la sosta, dopo le ore 20 dei camper, se non nei camping, che oggi si accampano ai bordi delle spiagge più suggestive e perfino in centro in piazza Stagno, e monitorare il rispetto delle norme ambientali.

Si potrebbero inoltre impiegare giovani locali oltre che per compiti di sorveglianza, per la manutenzione delle strutture esistenti e per proteggere il patrimonio culturale e naturale. Ci permettiamo di suggerire che nuovo personale potrebbe e dovrebbe essere impiegato contro il diffuso malcostume di gettare l'immondizia dove capita senza che gli incivili vengano sanzionati, manutentori delle strutture come docce arrugginite e che non funzionano, muretti a secco semicrollati, strutture ridotte a ruderi per abbandono. Personale di sorveglianza anche dei bagni indecenti di alcuni dei casoni, personale per intimazione ai concessionari dei casoni della manutenzione e ripristino delle coperture dei casoni stessi che, come a Mari Ermi sono diventati la cifra dell'abbandono e del menefreghismo diventando così anche una lesione paesaggistica. Ma tutto questo sembra sfuggire a chi è troppo occupato a vendere il territorio per un guadagno immediato e superficiale.

Cabras merita di meglio

La verità è che Cabras merita di meglio. Non merita di essere trattata come un comune turistico qualsiasi. Non merita di vedere le sue spiagge, il suo litorale e la sua laguna trasformati in una parodia della bellezza naturale per cui sono famosi. Merita un’amministrazione che comprenda il valore reale di ciò che ha in mano, e che agisca di conseguenza, proteggendo e valorizzando questo patrimonio inestimabile per le generazioni future.

Il PUL così come è congegnato, non è solo un errore: è un crimine contro la natura e contro la storia. Un crimine che, se portato a termine, distruggerà non solo l’immagine di Cabras, ma anche la sua stessa essenza. Il sindaco e l’amministrazione comunale devono fermarsi, riflettere e ascoltare la voce di chi ama davvero questo territorio. Il litorale di Cabras non ha bisogno di stabilimenti balneari: ha bisogno di protezione. E il tempo per agire è ora, prima che sia troppo tardi.

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