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La storia
22 Settembre 2024 - 17:54
Laura Lapenna non riesce a trattenere le lacrime quando parla della sua Ylenia, morta a 20 anni in un incidente stradale. Ma poi ritrova la forza, stringe i pugni ed elenca le battaglie che sta portando avanti per la figlia: «Non mi fermerò mai perché tutti possono essere Ylenia, sua mamma, i suoi parenti e amici. Voglio che la nostra tragedia diventi un simbolo e che serva a sensibilizzare sulla sicurezza stradale».
Ylenia Giannini è la ragazza di Piossasco scomparsa lo 18 maggio, trenta ore dopo l'incidente avvenuto sulla variante del Dojrone, a Rivalta. La ragazza, intorno alle 3 di notte, viaggiava su una Lancia Ypsilon insieme a un gruppo di amici, tutti giovanissimi. L'auto si è scontrata frontalmente con il furgone e la 20enne non ce l'ha fatta: «C’è un’indagine in corso: di sicuro mia figlia non ha responsabilità, visto che non guidava. Ma adesso preferisco non parlare di questo aspetto: ho fiducia in chi sta indagando, mia figlia merita giustizia».
A giugno, a pochi giorni dall'incidente, mamma Laura ha iniziato a battersi per Ylenia: «Saremmo dovute andare insieme al concerto di Ultimo. Ho cercato di contattarlo per farle dedicare una canzone ma è andata male. Non importa, la mia bambina ha brillato lo stesso: abbiamo distribuito sue foto sul prato dello stadio Olimpico, io e tanti altri ci siamo presentati con magliette e cartelloni. Ci riproveremo il 6 dicembre, con Irama: lui, Ultimo e Geolier erano i cantanti preferiti di mia figlia».
Intanto il fratello sta scrivendo una canzone in cui inserirà il ritornello di un altro brano cantato da Ylenia. Poi la mamma cercherà di organizzare un evento per il 27 ottobre, quando la ragazza avrebbe compiuto 21 anni: «Lanciamo un appello affinché associazioni, istituzioni e sponsor privati ci diano una mano: invitiamo tutti a sostenerci». Ma la vera battaglia è per intitolare un parco giochi alla ventenne scomparsa, per cui c'è una petizione qui: «Lì giocava da bambina e portava i nipotini, qui a Piossasco (in via Michele Andruetto 4). Siamo quasi a 5mila firme e ho già avuto un paio di incontri con il sindaco tra luglio e settembre: ora aspettiamo risposte. Ma siamo solo all’inizio».
Perché tutte queste iniziative? «Lo faccio per mia figlia, che è troppo preziosa per essere dimenticata. Ma non solo: voglio che diventi un simbolo e che la sua morte diventi un appello al cambiamento, in ricordo di tanti ragazzi della sua età che non hanno più voce. Cerco di sensibilizzare alla guida sicura perché ci sono veramente troppi incidenti. E tutti possono essere Ylenia. Non voglio che altre mamme siano condannate allo strazio che sto vivendo io, il mio è un ergastolo di dolore: sopravvivo solo per raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissata per mia figlia».
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