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L'INCHIESTA - liste di attesa
29 Novembre 2024 - 08:40
Più di tre milioni di prestazioni erogate all’anno. Una piattaforma di telemedicina per il paziente oncologico che ha già consentito di prendere in carico il 10% della popolazione over65 di Torino («Quest’anno raggiungeremo il 12%») e uno speciale “percorso di tutela” per i pazienti in difficoltà che ha permesso di risolvere 900 casi (su mille) di torinesi che non riuscivano a fare la prenotazione. Nel caos delle liste d’attesa, l’Asl fa la sua parte, come spiega il direttore generale Carlo Picco: «E’ un problema che non si risolve con la bacchetta magica, ed è nazionale. Ci sono difficoltà a reclutare sia medici di medicina generale che specialisti. Facciamo bandi ad esempio per i dermatologi che vanno deserti. E abbiamo tuttora vincoli risalenti al Covid che hanno rallentato ulteriormente la nostra attività, ma rispetto alla pre-pandemia ci siamo rimessi in pista». Fa l’esempio di un campionato, Picco, nel quale Torino è messa bene in classifica: «Siamo ai primi posti, ci sono Asl di altre città che stanno peggio di noi». Oggi l’Asl ha messo a disposizione del Cup il 98% delle agende. E appunto, le prestazioni fornite sono tante. Oltre tre milioni l’anno. Per fare un esempio, gli elettrocardiogrammi sono quasi 22mila. Ed è tanta anche l’utenza. «Solo per quanto riguarda i pazienti diabetici, ne abbiamo in carico 60mila. E’ metà popolazione della Valle d’Aosta». Il problema maggiore, per Picco è l’appropriatezza delle prescrizioni. «Non è aumentando a dismisura il numero dei posti che si abbattono i tempi di attesa. Confido che con la messa a regime delle Aft (Aggregazione funzionale territoriale, ndr) si possano risolvere molti problemi».
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