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L'INCHIESTA - liste di attesa

Il direttore dell'Asl, Carlo Picco: «Non c'è la bacchetta magica. Torino sta meglio di altre città»

La risposta dell'Asl alla nostra inchiesta: «Eroghiamo tre milioni di prestazioni ogni anno»

Più di tre milioni di prestazioni erogate all’anno. Una piattaforma di telemedicina per il paziente oncologico che ha già consentito di prendere in carico il 10% della popolazione over65 di Torino («Quest’anno raggiungeremo il 12%») e uno speciale “percorso di tutela” per i pazienti in difficoltà che ha permesso di risolvere 900 casi (su mille) di torinesi che non riuscivano a fare la prenotazione. Nel caos delle liste d’attesa, l’Asl fa la sua parte, come spiega il direttore generale Carlo Picco: «E’ un problema che non si risolve con la bacchetta magica, ed è nazionale. Ci sono difficoltà a reclutare sia medici di medicina generale che specialisti. Facciamo bandi ad esempio per i dermatologi che vanno deserti. E abbiamo tuttora vincoli risalenti al Covid che hanno rallentato ulteriormente la nostra attività, ma rispetto alla pre-pandemia ci siamo rimessi in pista». Fa l’esempio di un campionato, Picco, nel quale Torino è messa bene in classifica: «Siamo ai primi posti, ci sono Asl di altre città che stanno peggio di noi». Oggi l’Asl ha messo a disposizione del Cup il 98% delle agende. E appunto, le prestazioni fornite sono tante. Oltre tre milioni l’anno. Per fare un esempio, gli elettrocardiogrammi sono quasi 22mila. Ed è tanta anche l’utenza. «Solo per quanto riguarda i pazienti diabetici, ne abbiamo in carico 60mila. E’ metà popolazione della Valle d’Aosta». Il problema maggiore, per Picco è l’appropriatezza delle prescrizioni. «Non è aumentando a dismisura il numero dei posti che si abbattono i tempi di attesa. Confido che con la messa a regime delle Aft (Aggregazione funzionale territoriale, ndr) si possano risolvere molti problemi».

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