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La storia

A Torino c'è una famiglia che ha "adottato" i senzatetto: ecco cosa fanno e perché

Il loro allarme: «In dieci anni i clochard sono aumentati tantissimo. E le istituzioni...»

«Sono dieci anni che veniamo tutti i venerdì sera. E la situazione è peggiorata tanto: i senzatetto sono aumentati e aiutiamo anche persone separate o che lavorano e non riescono ad arrivare a fine mese».

A parlare è Roberto Marcon, presente in centro nonostante un piccolo intervento e il braccio appeso al collo. Perché lui e sua moglie, Emanuela Giacometto, non rinunciano alla tradizione di caricare la loro Fiat Stilo, partire da Pianezza e distribuire aiuti ai clochard torinesi. A lungo hanno trascinato anche i loro cinque figli, ora è rimasto solo Nicolas, il più piccolo. Ma loro non si scoraggiano: «A novembre 2014 ho avuto un infarto e ho deciso di fare qualcosa - ripercorre Marcon - Così abbiamo cominciato a venire in centro a Torino per aiutare queste persone: ora ne seguiamo 50-60, cui cerchiamo di dare un po’ di sollievo. Poi, a Natale e a Pasqua, riusciamo a invitarne qualcuno a casa nostra».

Come “funzionano” ora i vostri venerdì sera? «Da una volta all’altra prendiamo le “ordinazioni”, cercando di soddisfare le loro richieste: portiamo cibo, qualche medicina, salviette, vestiti, scarpe e coperte, che servono soprattutto quando l’Amiat butta via tutto. E le sigarette, per loro sono un piccolo paradiso». Ma, oltre a consegnare aiuti, questa famiglia offre anche ascolto e comprensione ai senzatetto. Che a loro confidano la difficoltà di vivere in strada: «All’inizio aiutavamo 10-15 clochard stabili - riflette Roberto Marcon - Ora sono aumentati, c’è molto ricambio e c’è più disperazione. La povertà si è allargata: prima venivano solo persone che cercavano un tetto, adesso c’è gente separata e che non riesce ad arrivare a fine mese. Per noi è dura, vorremmo aiutare tutti ma spesso non ce la facciamo».

Ora le necessità sono talmente tante che, dopo che il marito è andato in pensione da un’azienda dell’indotto Fiat, Giacometto ha iniziato a fare dei lavoretti per coprire i costi dei loro venerdì sera in centro. E per questo lanciano un appello: «Non siamo un’associazione ma una famiglia che compra di tasca sua quello che serve ai clochard. Poi abbiamo amici e conoscenti che ci danno cibo e vestiti». Forse servirebbe più aiuto dalle istituzioni: «Non credo che siano tanto presenti in questo momento: i senzatetto ci dicono che non è ancora scattata l’emergenza freddo, nonostante le temperature di questi giorni siano un grosso problema per loro».

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