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Il caso
26 Dicembre 2024 - 18:35
Andare a visitare i propri defunti è diventata un’attività da forzuti nel cimitero di Sassi. Sono pesanti - sembrerebbe almeno 5 o 6 chili - oltre che traballanti le scalette cimiteriali in alluminio che dovrebbero servire a raggiungere agevolmente le file di loculi più alte (a Sassi, fino a tre metri circa). Così, un gesto tanto semplice, come l’omaggio di un fiore a un caro scomparso, diventa un’impresa, oltre che un rischio.
Ce lo ha raccontato la signora Ornella, 71 anni, che da quando ha perso il marito, lo scorso anno, deve fare i conti, nonostante i problemi alla schiena e i diversi acciacchi, con scalette precarie.
«Un giorno o l’altro mi faccio male. E in quel caso, chi paga? Non c’è neanche più un custode», denuncia. La casetta che un tempo era del custode del cimitero, infatti, oggi è blindata con catenaccio e lucchetto e utilizzata come magazzino.
Quest’attività la signora Ornella - ma come lei tanti - per via della lontananza dei figli deve farla da sola: «Per forza - dice - e ci sono tante altre persone molto più anziane di me nella stessa condizione, che non riescono ad andare fin lassù con queste cose traballanti», spiega mostrandoci alcuni “esemplari” di scale pendenti e ondeggianti. In alcuni casi sovrastate dai rami degli alberi adiacenti, visibilmente non manutenuti.
Il terreno è particolarmente scosceso in quella che Ornella chiama la “parte vecchia” - il cosiddetto cimitero primitivo -, dove «nessuno pulisce, se non saltuariamente e le piastrelle del pavimento non sono stabili», continua Ornella. Il rischio caduta, così, è dietro l’angolo.
Ma Afc - la società che ha in gestione i 6 cimiteri della città - rassicura sul punto: «Verificheremo nell'immediato le condizioni della scala e della pavimentazione», aggiungendo: «Sono state disposte 10 nuove scale da distribuire equamente nei complessi con le file di loculi più alte, compresi quelli del cimitero di Sassi, ma non meno pesanti, per motivi di sicurezza».
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