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Il lutto

Addio a Luca Beatrice: il mondo dell'arte e la famiglia ricordano il suo spirito brillante e instancabile

Un addio commosso a Luca Beatrice, curatore irripetibile e padre appassionato, celebrato da una folla di amici e familiari.

Brillante, irriverente, ironico e mai banale mio padre. Un papà con più papà dentro. Intellettuale con le viscere nell'arte”, così Stella, una dei quattro figli di Luca Beatrice, ha ricordato questa mattina quello che per il mondo era il presidente della Quadriennale di Roma, un brillante curatore e critico d’arte, un docente appassionato, ma che per lei è molto di più.

Questa mattina piazza San Giovanni si è stretta intorno al feretro di Beatrice - stroncato da un infarto loscorso martedì 21 gennaio, a 63 anni - e al cordoglio dei suoi cari. In particolare l'attuale moglie Elisa Candellero e i quattro figli: il più piccolo Giovanni - di soli 5 anni - Niccolò, Stella e infine Giulia, di 27. La più grande e già una promessa del mondo dell’arte. «Lanciata in una carriera da storica dell’arte tra Roma e Zurigo. Passa da una borsa di studio all’altra, ne ha appena vinta una a Yale», raccontava infatti orgoglioso Beatrice di lei.

Ad occupare i primi scranni, e porgere un saluto al feretro di Beatrice, su cui riposa la sciarpa della Juventus - di cui era fedele tifoso - oltre ai familiari ci sono il ministro della Cultura Alessandro Giuli, il direttore di Gallerie d’Italia Michele Coppola, il presidente della sua amata Juve, l'avvocato Gianluca Ferrero, l’assessora con delega alla Cultura Rosanna Purchia, a fare le veci di Palazzo civico. Ma più defilati sono molti altri i volti noti che si possono scorgere: Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio, Elena Loewenthal, presidente del Circolo dei lettori - di cui Beatrice era stato numero uno dal 2010 al 2018 - Maurizia Rebola - Ogr - Daniele Galliano, il direttore della Film Commission del Piemonte Paolo Manera, l'attrice Luciana Littizzetto, il giornalista Alessandro Sallusti.

“Lo aspettavano grandi cose. Non ho intenzione di rassegnarmi alla sua perdita”, ha commentato Giuli, ricordando come Beatrice non fosse soltanto un curatore, ma anche “un intellettuale profondo. La sua Quadriennale sarà fantastica”, annuncia certo il ministro.

Sarebbe dovuto essere un ennesimo punto di arrivo per Beatrice, piuttosto che l’ultimo: già curatore della Biennale di Praga dal 2003 al 2005, del Padiglione Italia alla Biennale d'Arte di Venezia nel 2009. Poi di Hopper - 2015 - e Warhol - 2018 - e recentemente della mostra Rio Ari O – Luca Carboni, a Bologna. Ma anche insegnante di design all'Accademia Albertina di Torino, arte contemporanea allo Ied di Torino e arte e cultura contemporanea allo Iulm di Milano.

Una vita dinamica sia dentro che fuori il mondo dell’arte. Sei suoceri e quattro figli, tre compagne: “penso sia una record”, aveva scherzato in un’intervista appena qualche mese fa. E un ritmo movimentato soprattutto dopo la nomina a presidente della Quadriennale capitolina, che lo spingeva spesso a fare Torino - Roma in treno.

Un fuoriclasse: mai banale, mai scontato. Fantasticavamo dei giorni che avremmo speso a Napoli parlando della Quadriennale - aggiunge Coppola - ma poi la beffa di essere qui, a poche settimane dalla sua esposizione”, dice, visibilmente commosso.

Un papà instancabile, che sembrava quasi immortale. “Soprattutto dopo la traversata della Valle della Morte californiana in Harley Davidson”, racconta invece Giulia, ricordando alcune delle tante avventure insieme: il concerto degli Oasis, le ore spese nei negozi di dischi del centro o guardando Twin Peaks, “perché non si potevano guardare altre serie se prima non si era vista Twin Peaks”, diceva.

A parlare anche il figlio Niccolò: “le tue passioni sono diventate anche le mie. Mi toccherà crescere un po’ più in fretta, ma non ti preoccupare, penserò io a portare Giovanni allo stadio”, rassicura il papà.

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