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la messa

In chiesa i brandizzesi ricordano "Beppe" Sorvillo. Raccolta fondi per aiutare la moglie

Il parroco: «Brandizzo come Ustica, strage di cui ci chiediamo il perché»

Commozione, fino alle lacrime. E voglia di giustizia dopo la strage. Nella prima domenica dopo la tragedia del treno costata la vita a cinque operai, i brandizzesi si stringono attorno alle famiglie delle vittime. Fuori alla chiesa di San Giovanni, dov'è stata organizzata una Messa in memoria dei 5 defunti, i cittadini del piccolo comune non trattengono le lacrime: «E' terribile, non si può andare a lavorare e non tornare più a casa», esclamano marito e moglie, tra i primi a uscire dopo la funzione. La loro voce, è rotta dal pianto. «Non doveva succedere, speriamo che venga fuori la verità affinché questi drammi non accadano più», la frase pronunciata da più di un residente. 

In chiesa, don Mario Perlo, parroco di Brandizzo, nell'omelia parla di «una tragedia di cui ci chiediamo tutti il perché, ci chiediamo come mai è avvenuta, e condanniamo il mondo del lavoro. In questi giorni - prosegue il don - sono uscite altre novità su altri drammi, come ad esempio Ustica (un riferimento alle parole pronunciate dall'ex premier Giuliano Amato, ndr). Come parroco mi sono chiesto: "Cosa posso proporre ai cristiani di Brandizzo dopo quanto accaduto?". Sono stato dalla famiglia di Giuseppe Sorvillo, nostro concittadino. Ho detto a Daniela, sua moglie, che la parrocchia c'è, è presente e lo sarà sempre. Giuseppe, "Beppe" com'era chiamato in paese, qui lo vedevamo spesso, portava le figlie al catechismo».

E il paese, attraverso l'associazione "Una finestra su Brandizzo" ha aperto una raccolta fondi per sostenere la famiglia di Sorvillo. «Aiutiamo tutti questa famiglia, perché l'unione fa la forza. Questa è la nostra parte. Il resto lo farà la magistratura», ha concluso don Mario. Finora, sono stati raccolti 4100 euro«Porterò personalmente il ricavato alla moglie di Giuseppe», ha detto il sindaco di Brandizzo, Paolo Bodoni, anche lui presente alla funzione. Giuseppe Sorvillo che il 29 agosto aveva appena rinnovato il suo contratto, a tempo determinato, presso la Sigifer, dopo aver lavorato in precedenza in un supermercato di Mazzè. Il giorno dopo, è morto investito dal treno, insieme ad altri quattro suoi compagni.

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