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La storia di Nicole, rapita e portata in Russia dalla madre. Il papà: «Aiutatemi a farla tornare»

L'appello di Giovanni Armano: «La bimba è italiana, perché nessuno interviene?»

Sembrava la vacanza di una famiglia felice: «Invece mia moglie aveva già organizzato tutto per scappare in Russia, è stata diabolica» accusa oggi Giovanni Armano. Perché, da quella vacanza di aprile 2024, lui non ha praticamente più visto la sua Nicole, che oggi ha due anni e mezzo: la mamma l’ha portata in Russia e lui l’ha potuta abbracciare solo una volta, a Mosca. Per il resto, solo videochiamate sempre più difficili e strazianti. Per questo il 63enne torinese ha avviato le pratiche per la separazione, ha attivato un’istanza di restituzione e ha denunciato la moglie per sottrazione di minori: «Eppure non succede nulla: perché le istituzioni non mi aiutano?».

Addio a sorpresa

Armano parla con la voce che trema, soprattutto quando apre il cellulare e mostra le foto della sua bambina. Poi ritorna lucido mentre ripercorre l’incubo in cui è piombato quasi un anno fa: «Io e mia moglie Ekaterina ci siamo sposati nel 2021, poi il 10 luglio 2022 è nata Nicole - ripercorre il 63enne - Andava tutto bene fino allo scorso aprile, quando abbiamo passato qualche giorno tutti insieme a Magliolo, paese in provincia di Savona dove ho un appartamento. Il 9 aprile mia moglie ha preso Nicole ed è partita per la Russia con l’inganno: è stata diabolica nell’organizzare tutto senza farmi capire nulla, una cosa impressionante».

Nei giorni successivi, il torinese è andato a fare denuncia al commissariato di polizia di Madonna di Campagna. Quindi si è rivolto agli avvocati Agostino Ferramosca e Roberto Cavallari, oltre al legale russo Yuri Bokarnikov: così, da un lato, è partita la causa per la separazione e l’affidamento esclusivo della bambina. Dall’altro è scattato il procedimento penale per sottrazione di minori, affidato al pubblico ministero Monica Supertino. La magistrata ha chiuso l’indagine in tempi brevi e ora si attende il rinvio a giudizio della donna. Poi ha chiesto lei stessa al tribunale civile di sospendere la potestà genitoriale della mamma. Ma i giudici non si sono ancora espressi: «Nel frattempo io sono andato in Russia, a ottobre, per vedere la mia bambina - ripercorre ancora Armano - L’ho abbracciata ma non ho convinto Ekaterina a tornare in Italia. A dicembre ci ho riprovato ma è andata ancora peggio: non mi ha fatto neanche vedere Nicole. E anche l’udienza del 17 febbraio, nella città di Nizny, è finita male: il giudice russo ha respinto l’istanza per il rientro della bimba in Italia».

«Dov’è lo Stato?»

In questi mesi il papà, sempre più disperato, ha avviato una istanza di restituzione secondo la Convenzione dell’Aja. È l’accordo internazionale che interviene in caso di minori portati via dal Paese di origine, con circa 500 casi legati all’Italia ogni anno: l’ultimo, uno dei più eclatanti, riguarda il piccolo Ethan, che il padre ha portato negli Stati Uniti contro il volere della madre Claudia Ciampa. «Lei ha chiesto aiuto ad agosto, dopo di me - si sfoga ora Armano - Qui c’è una bambina italiana che è stata rapita. E ora deve rientrare a casa: non ci sono altre soluzioni. Ma perché la Farnesina (il Ministero degli Esteri, ndr) non sta facendo niente? Zero completo, ancora ieri hanno scritto al mio avvocato che non possono “sostituirsi ai giudici”. Forse è perché qui è stata la madre a portare via la bambina?».

Adesso il papà di Nicole è distrutto. Anche perché sono mesi che vede la piccola solo attraverso lo schermo di un telefonino: «È uno strazio per entrambi: che comunicazione si può avere? Dopo mesi a parlare russo tutto il giorno, la piccola sta dimenticando l’italiano». Suo padre sta chiedendo aiuto a chiunque, inviando e-mail e messaggi via social network a qualunque istituzione e parlamentare che gli viene in mente. Oltre a TorinoCronaca, che ha contattato direttamente per rendere pubblica la sua storia e pubblicare il suo appello: «Ho mandato di tutto e di più: sto chiedendo alle istituzioni di darmi una mano perché non ho ottenuto nulla nonostante abbia fatto ogni passaggio necessario. Il dramma è che Nicole è ancora in Russia a distanza di 11 mesi: chiedo solo di aiutare un padre a far rientrare la sua bambina in Italia, dov’è nata e ha vissuto i primi due anni della sua vita. La aspetta suo papà ma anche il fratello maggiore e il resto della sua famiglia».

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