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Verso Natale

Betlemme? E' a trenta chilometri da Torino

Ecco cosa abbiamo scovato nel chivassese, quanti lo sapevano che...

Fino a quando non si giunge alla rotonda che da Chivasso, direzione Mazzè, porta al piccolo paesino di neanche 500 anime immerso nella campagna del Canavese, viene difficile crederlo. Invece, eccolo lì, fra colline ancora verdi nonostante le basse temperature di questi giorni, il cartello che annuncia l’ingresso a “Betlemme (frazione di Chivasso) gemellata con Bethlehem” in Palestina. Questo recita l’insegna davanti a un modesto cumulo di villette, “Santuario di Gesù Bambino e grotta della Natività”, si legge ancora. Esatto, non un semplice gemellaggio quello della cittadina, a neppure trenta chilometri da Torino, con la città palestinese che secondo la tradizione biblica diede i natali sia a Gesù sia a Davide, ma un rapporto simbiotico. Città siamesi a migliaia di chilometri di distanza che della natività hanno fatto il loro senso d’esistere. Almeno, così è per la Betlemme chivassese. Una strada, un ufficio comunale e, ovviamente, una chiesa.

Quella nel cui sotterraneo negli anni ‘60 venne costruita la grotta a immagine e somiglianza di quella di Betlemme in Palestina, come ci ha spiegato Matteo, il giovane che ci ha aperto la stanza di culto in via eccezionale, perché visitabile solo nelle occasioni speciali, la domenica, durante il prossimo ponte dell’Immacolata e, ovviamente, a Natale. «Non è facile per noi vedere arrivare persone durante la settimana - spiega - non ci conosce nessuno, tranne i chivassesi, pochi sanno dell’esistenza di Betlemme. Eppure noi ne siamo fieri, viviamo tutto l’anno in funzione del Natale».

Già, il Natale, cosa accadrà tra qualche giorno qui a Chivasso? «Ogni sabato io e altri ragazzi del Paese insegniamo ai bambini a cantare le canzoni di Natale per la vigilia. Quella notte i piccoli si esibiranno prima della santa messa quando Betlemme entrerà nel vivo delle celebrazioni. Fino a qualche anno fa la nostra messa iniziava in contemporanea con quella di Betlemme in Palestina, adesso, invece, anticipiamo un po’».

Sì, perché nulla deve essere lasciato alla fantasia, ogni particolare è curato nei minimi dettagli per far sì che chiunque entri nella Grotta del Bambino Gesù, si senta in un luogo sacro. Vi si accede dalle scale dentro la chiesa, proprio di fronte all’altare. Dopo avere percorso due rampe, ecco spuntare la cappella realizzata all’interno di una pietra identica a quella di Betlemme e poi, poco più in là, la ricostruzione della natività con Maria, Giuseppe, i Re Magi e il bambin Gesù. «Le dimensioni della grotta e del presepe sono identiche a quella di Betlemme così come i materiali - continua Matteo - questo pilastro, per esempio, arriva direttamente da laggiù». Storia e fede: un viaggio fra sogno e realtà... a trenta chilometri da Torino.

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