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Solo a Torino
13 Aprile 2025 - 18:00
Fuori il tempo era grigio, ma dentro la palestra che di solito ospita i futuri talenti della scherma, il sole brilla. Entusiasmo e concentrazione per questo gioco, il Burraco, che in Italia, come in Piemonte, sta registrando ogni anno che passa sempre più iscritti e per il quale oggi, presso Villa Glicini al Valentino, si ste svolgendo il torneo regionale più grande che la Penisola abbia mai avuto, composto dalla bellezza di oltre 350 giocatori.
«Per la preparazione di questa sfida - racconta Antonella Panepinto, responsabile eventi Villa Glicini - abbiamo lavorato sodo, non è stato facile organizzare tutto nei minimi particolari ma siamo soddisfatti del risultato ottenuto».
Un'affluenza andata oltre qualsiasi previsione. Protagonisti appassionati dai 20 agli 80 anni provenienti da molte regioni del Nord e, tra loro, anche un turista campano. Grande assente, invece, Gemma Galgani - socia tra le più fedeli dell'associazione Burraco Piemonte, impegnata nelle registrazioni di “Uomini & Donne” - che però ha inviato a tutti gli amici i suoi più calorosi auguri.
«Questo è il terzo torneo regionale dell’associazione Burraco Piemonte - spiega il presidente Massimo Amerio. - Abbiamo ottenuto un risultato incredibile con 87 tavoli e più di 350 giocatori, per noi si tratta di un successo insperato raggiunto anche grazie al supporto della Fibur, la federazione nazionale del Burraco».
Ma qual è il segreto di questo gioco che vanta tra i suoi appassionati tanti nomi illustri? Non è un mistero che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ne vada matta, né che Sinner ci giochi prima dei suoi match e che Mara Maionchi e Alessia Marcuzzi si rilassino così nei momenti liberi.
«Il Burraco è un gioco semplice che unisce le persone, fra i suoi tavoli nascono amicizie si formano coppie. Inoltre, a differenza del Bridge, è un gioco facile da imparare con poche regole».
Ma, attenzione, per diventare davvero bravi servono, in ogni caso, molte ore di pratica. «Imparare in fretta le regole non significa che sia così facile diventarne campioni, per quello ci va molto allenamento», spiega Stanislao Sgambato, presidente della Fibur, cui fanno capo le associazioni regionali tra le quali le 11 piemontesi dove gli affiliati continuano a moltiplicarsi. «Esatto, nel 2024 abbiamo avuto un incremento del 24 per cento di iscritti in tutta Italia, raggiungendo la quota di 18.832 persone. Per quanto riguarda il Piemonte siamo a 1.000, tra cui la coppia quinta in Italia, e i numeri crescono di giorno in giorno».
Come si gioca?
Nato con ogni probabilità in Uruguay durante gli anni Quaranta, negli ultimi decenni il Burraco si è diffuso enormemente anche in Italia ottenendo sempre più seguaci.
Per prepararsi a una partita a Burraco è indispensabile recuperare due mazzi di carte francesi composti ognuno da due jolly: il totale delle carte, dunque, dovrà essere di 108. A questo punto, il mazziere prescelto dovrà, dopo averle mescolate, suddividere le carte in due mazzetti (detti pozzetti) composti da 11 tessere ciascuno, da disporre l’uno sopra l’altro a croce. Scopo del Burraco è quello di liberarsi delle 11 carte che si hanno inizialmente in mano creando dei giochi di carte (sequenze o combinazioni) o legando delle carte a giochi già iniziati. I giocatori possono aggiungere carte solo ai giochi iniziati da loro stessi o dal proprio compagno. Il primo giocatore della coppia che termina le carte riceve un nuovo gruppo di 11 carte da giocare. Quando uno dei due giocatori della coppia termina le carte per una seconda volta la partita si conclude. Per chiudere è però necessario aver fatto almeno un Burraco, ovvero un gioco (sequenza o combinazione) di almeno 7 carte.
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