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IL VIDEO-EDITORIALE

San Salvario assediato dai cantieri. Il direttore Beppe Fossati al sindaco: Venga qui a vedere di persona

Ruspe, camion e parcheggi cancellati. Nell'isola pedonale di corso Marconi, lavori fermi e non si vedono operai

Per capire in che città viviamo bisogna andare a piedi. E a San Salvario non si può che fare così, visto che di parcheggi per le auto ce ne sono sempre meno e i cantieri, vecchi, nuovi e persino futuri di fatto hanno preso in ostaggio il quartiere. Una Babele dove si traffica ovunque, si spacca, si asfalta, si spostano fioriere che di fatto interrompono le vie, mentre camion cassoni-roccia carichi di materiale, caterpillar, asfaltatrici occupano persino le piste ciclabili. Il rumore di fondo è quello dei martelli pneumatici, l’aroma primaverile è quello dell’asfalto caldo, un misto tra catrame e solventi. Dimenticavo, mentre gli automobilisti sfilano in processione a caccia di un parcheggio, sciamano legioni dei vigili urbani seguite a ruota da stuoli di ausiliari del traffico pagati per fare le multe.

Lo scenario che si presenta anche a un occhio distratto è quello di un sedime stradale bombardato, mentre devi fare lo slalom tra le transenne che reggono avvisi a dir poco strambi: «Inizio lavori il 12 aprile fino a fine lavori». Ma quando finiscono i lavori? È un indovinello oppure una beffa? Cammino veloce in via Principe Tommaso poi svolto in corso Marconi e mi viene da alzare gli occhi verso il grande palazzo di fronte, fin lassù dove ai bei tempi c’era l’ufficio dell’Avvocato. Tiro dritto, scanso un camion e noto che le auto sono rare. Chiedo ad un negoziante come vanno le cose. E lui quasi mi insulta: «Siamo prigionieri, invece di andare a spasso, lo scriva». Obbedisco, ma non prima di andare giù verso il bar d’angolo e affacciarmi sull’enorme spazio in cui dovrebbe sorgere l’area pedonale. Mi fermo davanti alla scuola, cerco di scorgere un operaio, non ce ne sono, e non ci sono neppure i soliti pensionati che guardano. D’altra parte mi dicono che i lavori sono fermi da due mesi. E allora, quasi con sgomento mi chiedo chi sovraintenda ai lavori, chi crei l’agenda delle imprese, chi sorvegli l’andamento dei cantieri. Torno in ufficio mentre penso che sarebbe interessante prendere un caffè con il sindaco, proprio davanti all’isola pedonale. Quella che non c’è.

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