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CAOS IN CARCERE

«Usare le caserme come carceri? Serve un intervento divino»

La replica del segretario dell'Osapp al ministro Nordio: «Mancano il personale e gli strumenti»

Se c’è qualcuno che a ragion veduta oggi potrebbe affermare «Io l’avevo detto» è lui, Leo Beneduci, segretario generale dell’Osapp che ormai da tempo immemorabile, a cadenza quasi giornaliera, lancia l’allarme sulla situazione del carcere di Torino. Allarmi che purtroppo sono rimasti in larga parta inascoltati. E la visita del ministro Nordio di oggi non sembra averlo colpito: «Appare del tutto inutile affermare quanto sia apparsa lontana la visione del ministro della giustizia Nordio dalla realtà penitenziaria attuale e, di conseguenza, quanto la linea del governo in termini di necessaria riorganizzazione del sistema difetti del tutto da qualsiasi concreto punto di vista o ipotesi di intervento».

Anche la proposta dell’uso delle caserme dismesse a fini penitenziari non lo convince: «Chissà per quale sorta di intervento divino - ironizza Beneduci - potrebbero funzionare senza personale ed in completa assenza di strumenti e di adeguata formazione degli eventuali addetti» anche perché «assai vago e ininfluente rispetto a possibili prospettive di futuro miglioramento o di una riforma ogni giorno più irrinunciabile è stato l’accenno alla polizia penitenziaria che, praticamente abbandonata a se stessa, continuare a mandare avanti il baraccone penitenziario con il 20% di organico in meno e il 30% dei detenuti in più, nell’auspicio - conclude Beneduci - che non debbano essere ulteriori morti e feriti nelle carceri a risvegliare la politica dal trentennale torpore».

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