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IL CASO

Viaggio all'interno del Museo di Scienze Naturali di Torino - IL VIDEO

Il direttore: "E' amato da tutti. La sua bellezza? Celebra la diversità della natura"

C’è chi tra i corridoi del Museo di Scienze Naturali conserva alcuni preziosi ricordi di quando era bambino; chi ci ha portato i figli la domenica pomeriggio e chi lo porta nel cuore per le gite con gli amici e le foto tra le giraffe. Sembra che proprio tutti abbiano un ricordo legato al Museo di via Accademia Albertina. Istituito nel 1978, il polo riapre al pubblico domani, sabato 13 gennaio.

I tempi dell’incendio che, nel 2013, distrusse una parte importante dell’edificio sono ormai lontani. Oggi pomeriggio c’è stato il taglio del nastro con le istituzioni e, per l’occasione, è stato presentato alla stampa il nuovo avatar che accompagnerà i turisti nella visita. Si tratta Alfred Russel Wallace, il padre della biogeografia. Poco distante fa bella mostra di sé Fritz, l’elefante simbolo del museo sul cui corpo vengono proiettati, uno dopo l’altro, gli organi interni dell’icona del Museo.


«È molto importante tornare a far vivere questo luogo, amato da tutti coloro che lo hanno vissuto nel tempo e in questi anni sono stati orfani del Museo» commenta il direttore Marco Fino. Al momento sono stati riaperti 2mila metri quadri dell’edificio, su un totale di circa 9mila metri di superficie espositiva. «Dovremo lavorare per i prossimi sei anni e realisticamente vogliamo arrivare alla completa riapertura degli spazi entro il 2030».

In occasione della riapertura, il Museo Regionale di Scienze Naturali ospiterà fino al 2 febbraio 2024 ‘Porte aperte alla scienza’, un programma culturale organizzato da Fondazione Circolo dei lettori e Regione Piemonte.

«Quando ci siamo insediati il Museo Regionale era chiuso, i lavori bloccati, non c’erano le risorse per completarli e questo ha rappresentato per anni una ferita aperta per Torino e per il Piemonte» commentano il Presidente della Regione Alberto Cirio e gli assessori alla Cultura Vittoria Poggio e al Patrimonio Andrea Tronzano. I primi anni dopo l’esplosione «non è stato fatto granchè» conferma Fino, ma negli ultimi tre anni sono stati fatti investimenti importanti. «La forza di queste collezioni è vedere come la natura ci dimostra che la bellezza sta nelle diversità» conclude il direttore Fino.

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