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L'impresa

I coraggiosi piloti dell’Aeroclub in volo verso l’Aurora Boreale - IL VIDEO

Tre aerei monoelica, 14 giorni di viaggio. Ecco chi sono i protagonisti di questa grande avventura

Da Torino ad Alta, in Norvegia, per ammirare e immortalare l’Aurora Boreale. Quattordici giorni di viaggio (maltempo compreso) tra Germania, Svezia e Finlandia, a bordo di tre piccoli aeroplani. Panoramici unici, temperature da brivido, un viaggio unico e avventuroso che si è trasformata in realtà con coraggio e dedizione. E’ l’impresa dei piloti dello storico Aero Club Torino che lo scorso 5 febbraio sono partiti da strada vicinale della Berlia 500 alla volta della “città dell’aurora boreale”.

Le tappe

Un percorso, a tappe. Un’avventura storica iniziata alle 7.25 del 5 febbraio quando Gianmaria Borsarelli, direttore della scuola Aero Club Torino, e Silvio Siriotto, istruttore di volo, accendono i motori e decollano alla volta della Norvegia. Con loro ci sono altri piloti, tutti muniti di brevetto: Armando Rimondotto, Danilo Nicod, Francesca Brambati, Gianluca Moretto, Alessandro Gulotta, Alessandro Maggia ed Enrico Riva. A cui si uniscono anche Fabio Squarciapino, Alessandro Barracane e Salvatore Vilella, Domenico cantatore e Antonino Lo Presti.

La prima tappa, dopo quasi quattro ore di viaggio, è Eisenach (Germania). Seguono Braunschweig, Lubecca, nei pressi di Amburgo, poi ecco la Svezia. Prima Göteborg, poi Östersund e, infine, Alta. La meta finale. Con arrivo alle 15.26 del 8 febbraio. Un viaggio di 16 ore e 36 minuti, pause annesse. «Una grande avventura - racconta Borsarelli -, nata con l’obiettivo di vedere l’aurora dai nostri aeroplani. Un progetto impegnativo, con un team d’eccellenza (ragazzi giovani e istruttori) che ha trasformato tante belle speranze in qualcosa di concreto».

Affrontando un nemico come il clima rigido (ad Alta, a febbraio, le temperature scendono di parecchio sotto lo zero). Nemico soprattutto per gli aeroplani che potevano avere comprensibili difficoltà in fase di avviamento. Risolte grazie alla preparazione tecnica e al supporto degli aeroporti che hanno ospitato i piloti.

Il presidente dell’Aero Club, Alberto Bannino

E poi le foto, di rito, le risate, il cibo, momenti unici da condividere. Oltre a un “fuori programma”: una giornata a Capo Nord prima del ritorno ad Alta. Con qualche difficoltà al ritorno verso casa. Prima il rientro in Svezia (ad Umea), poi a Turku (Finlandia) dove il maltempo ha bloccato i coraggiosi piloti per sei giorni. Troppo rischioso volare, soprattutto dopo un’esperienza unica come quella appena affrontata. Ma passata la bufera, ecco le ultime tappe: Stoccolma, Erfurt, Sondrio e Torino. Dove l’accoglienza è stata quelle delle grandi occasioni: un bagno di folla. Amici, parenti, bambini, mogli. E poi foto e video per immortalare l’arrivo. Volti sorridenti, radiosi. «Siamo davvero entusiasti» raccontano appena scesi.

I velivoli

Sono tre i piccoli aeroplani dell’Aero Club utilizzati per il viaggio: un Piper PA28 immatricolazione I-SEFA (aereo leader), un Piper PA28 immatricolazione I-CNPG e un P66C immatricolazione I-IABK. Tre aerei monoelica in volo da Torino alla Norvegia, tra i ghiacci perenni e panorami unici. «Un evento organizzato in diversi mesi - spiega il presidente dell’Aero Club, Alberto Bannino -, tenendo conto del periodo scelto per il viaggio e delle possibili condizioni avverse». Un’impresa unica, destinata a rimanere negli annali.

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