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Il reportage

A Torino esisteva uno zoo, ora un futuro da museo attende le vecchie gabbie - IL VIDEO

Il Michelotti a mezzo servizio. I cittadini invocano sicurezza, il Comune studia nuovi progetti

Dovevano sparire, essere abbattute. Cancellando per sempre un passato che parlava di animali chiusi in gabbia e di persone in fila alle casse per vederli. Lasciando spazio al parco e a una riqualificazione in grado di cancellare anni di occupazioni abusive e degrado. Un futuro cambiato, da quando la sovrintendenza ha messo il veto.

Le amministrazioni, dal canto loro, hanno investito parecchio per aprire al pubblico chilometri di aree verdi e aree gioco. Dando, così, una parvenza di rilancio e progettando di trasformare quelle gabbie in una sorta di “museo”.

La storia

Una storia iniziata oltre 35 anni fa. La Città, dopo le proteste degli ecologisti e dopo un’esperienza cominciata nel 1955, aveva prorogato la situazione con la ditta Molinar, che curava lo zoo, solo fino al marzo del 1987. Gli animali, in seguito, sono stati trasferiti in altri parchi. Italiani e non. Svuotati anche l’acquario e il rettilario. Poi, la situazione è rimasta in stand by. L’ex zoo è diventato un luogo fantasma, fino a quando i senzatetto hanno cominciato a prendere di mira le vecchie gabbie. Usandole come rifugio per la notte. L’ipotesi di un interessamento di Zoom (che già gestisce un bioparco a Cumiana) è caduto nel vuoto. 

Il Michelotti oggi

Oggi il Michelotti di corso Casale è un parco aperto al pubblico. Ma con un neo: quell’ex zoo di cui si vedono chiaramente i “resti”: ossia l vecchie gabbie. «Sopra c’è un vincolo della sovrintendenza - racconta il presidente della Circoscrizione 8, Massimiliano Miano -, ma dobbiamo capire come destinarle. Grazie al nostro parere, tuttavia, siamo riusciti a salvarle tutte». Il centro civico propone un bando destinato alle associazioni culturali, in cui emergano idee per riqualificare e ri-occupare quegli spazi.

La storica compagnia di marionette di Marco Grilli aveva messo le mani sull’ex rettilario, ma l’assegnazione è stata revocata e le marionette trasferite altrove. In via Pettinatti. Tornando al parco l’area centrale del Michelotti, ex sede del giardino zoologico, è stata parzialmente e faticosamente restituita al pubblico.

Un’operazione di restyling iniziata un anno fa ma con ancora un piccolo neo: quelle vecchie gabbie che hanno ospitato animali di piccole e grandi dimensioni fino al marzo del 1987. Per anni crocevia di senzatetto, tossici e disperati, che le hanno trasformate in un comodo riparo per la notte. Una di loro, la “casa degli orsi”, porta ancora addosso i segni dell’incendio scoppiato nel luglio del 2020. Tutto intorno murales e ricordi di un passato che non c’è più.

Il futuro

Nella realizzazione del progetto di rilancio sono state messe in atto alcune misure preventive atte ad evitare effrazioni e intromissioni negli edifici (ex gabbie): muratura dei vani di accesso a tutti i fabbricati e, dove necessario, questi interventi sono stati integrati con la realizzazione di recinzioni rustiche poste a delimitazione degli spazi interdetti al pubblico. È attualmente in corso di studio un intervento che riguarda la posa di cartellonistica all’interno del parco volta a illustrare la destinazione delle ex gabbie, gli animali che erano presenti all’interno dello zoo e una breve storia del parco stesso.

Trasformando il Michelotti in un museo a cielo aperto e rendendo le persone consapevoli di quello che stanno guardando. «Nel confermare la vocazione di tipo culturale e artistico - spiegano dal Comune -, la sfida che l’amministrazione intende affrontare è quella di attivare una cooperazione pubblico-privato in grado di riportare il parco, rigenerato, nel cuore della città, così come avvenuto - sia pure per pochi giorni e solo per la Casa delle giraffe e degli elefanti - con il progetto speciale di Artissima dello scorso autunno».

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