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IL CASO

Pochissime adozioni durante l'estate: il Canile di Torino è strapieno - IL VIDEO

Ospitati circa 170 cani a fronte di una capienza massima di cento animali

Il muso che preme contro la grata di ferro. Lo sguardo vispo di chi vuole cogliere tutto ciò che succede intorno. Il pelo nero nero. Peppa è una piccola meticcia, che aspetta di essere adottata. Poco più in là, c’è Bella, un pitbull dal manto rossiccio che «da anni è in attesa del suo principe azzurro». Come loro, anche gli altri cani accolti nel Canile Rifugio di strada Cuorgnè ci seguono con lo sguardo mentre passeggiamo tra i box della struttura. «Siamo in overbooking» va dritta al punto la responsabile dell’Ufficio Tutela Animali Elena Guttaiano, guidandoci all’interno del centro.

Poche adozioni e tanti abbandoni durante l’estate hanno portato al superamento della soglia massima di capienza del canile. A fronte di 100 posti disponibili, sono ospitati attualmente circa 170 cani. Sovraffollamento anche al gattile, con l’esplosione delle cucciolate di fine estate, che ha fatto salire a cento il numero degli animali ospitati. «La capienza ottimale sarebbe di sessanta posti» spiega ancora Guttaiano.



L’estate, storicamente, non è un periodo propizio per le adozioni, ma quest’anno la situazione sembra essere peggiorata. «Ad agosto abbiamo portato a termine solo tre affidi di cani» racconta la responsabile del centro. Di contro, sono entrati in struttura almeno 30 nuovi animali. Le regioni che hanno portato alla riduzione delle richieste di adozione sono molteplici. «Sicuramente prendere in casa un animale comporta un grande sforzo economico» risponde l’esperta, mentre con una mano accarezza il muso di Bob, un molosso che quando si alza sulle zampe posteriori raggiunge facilmente il tetto del box.

«Molti non se ne rendono conto, ma oltre al costo del cibo ci sono tutta una serie di spese accessorie e mediche che vanno prese in considerazione prima di adottare un cane e un gatto. Non da ultima, l’assistenza di un esperto comportamentale se necessario per l’equilibrio dell’animale». Si percepisce poi, di fondo, un mutamento sociale che porta alla drastica riduzione degli affidi. «Sono stati fatti molti passi avanti in tema di sensibilità verso gli animali e la loro tutela, ma non c’è stato il salto culturale successivo - prosegue la responsabile del centro -. Se a questo si aggiungono stili di vita sempre più frenetici, si inizia a farsi un’idea del perché le adozioni siano in calo».

All’interno del centro ci sono cani di tutte le razze e i colori. Si nota tuttavia una preponderanza di “molossi”. «Sono circa i due terzi del totale» conferma Guttaiano. «Si tratta di cani, passatemi il termine, “di moda”. Per un certo periodo in tanti li hanno voluti prendere in casa, spesso senza comprendere le particolari esigenze di queste razze» spiega, mentre il piccolo Tyson salta qua e là per farsi notare. «Se li conosci e conduci uno stile di vita adatta alle loro esigenze non c’è alcun problema - prosegue -. Tuttavia, evitiamo di affidarli a chi è alla sua prima esperienza con un cane o chi ha in casa bambini molto piccoli o anziani». In ogni caso, prima di dare in affidamento un cane (o un gatto) vengono fatti dei colloqui in cui si spiegano le reciproche esigenze. «Chi vuole adottare non lo faccia per colmare un qualche vuoto che sente, ma per essere più felice. Non se ne pentirà».

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