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L'evento
27 Settembre 2024 - 09:20
Destinazione futuro. Una frase che racchiude l’impegno di una società adulta, responsabile per la creazione del mondo in cui dovranno vivere le prossime generazioni, e che in una repubblica democratica fondata sul lavoro significa innanzitutto creare le condizioni per valorizzare i talenti di quelli che saranno i protagonisti di domani, e gettare le basi per far sì che un giorno ognuno di questi possa raggiungere i propri obiettivi.
Se ne è parlato, nel dettaglio, durante un evento ad hoc organizzato da Piazza dei Mestieri, fondazione nata vent’anni fa a Torino con l’obiettivo di favorire la preparazione e l’avviamento dei giovani al lavoro, in collaborazione con altre realtà che operano nei campi dell’inclusione sociale, della formazione per il lavoro e della transizione ecologica in un periodo di grande cambiamento.
Ospiti presso la tensostruttura di via Durandi 13, zona San Donato, sono state tre eccellenze italiane, il Ceo di Talent Garden Davide Dattoli, il consigliere delegato di Enel Cuore Onlus Filippo Nicolò Rodriguez, e il presidente di Iren Luca Dal Fabbro, osservati da oltre 100 giovani e altri attendenti durante una conversazione incentrata sul futuro dell’Italia a livello lavorativo e non solo, in un periodo storico in cui il numero di “neet”, persone che non lavorano, studiano né ricevano formazione, risulta sempre più elevato.
«Il numero di disoccupati in Italia è elevato - ha sottolineato Rodriguez - sono troppe le persone in situazioni di fragilità in un mondo che cambia, e in questa situazione riteniamo centrale il ruolo del terzo settore, a cui dal 2003 contribuiamo, avendo finanziato 950 progetti e donato circa 120 milioni di euro per aiutare chi aiuta». Progetti utili per accompagnare e reinserire nel mondo del lavoro chi è in difficoltà, valorizzando capacità e competenze, mentre altre aziende si occupano di creare condizioni più favorevoli per gli anni a seguire.
«Siamo nell’era dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie - ha aggiunto Dattoli -, oggi la formazione dei talenti digitali ricopre un ruolo importante, contribuendo a ridurre l’enorme tasso di disoccupazione e aiutare le grandi aziende a trovare talenti futuri, oltre che a poter formare quest’ultimi».
Sì all’IA, al progresso, alla formazione dei giovani in un mondo digitale, ma senza rinunciare ai mestieri “classici”, quelli di tutti i giorni, sempre centrali per la crescita di un paese. «Ci troviamo di fronte a una società economica in cambiamento, è vero - ha dichiarato Dal Fabbro - tuttavia, anche in un mondo tecnologico, con tanti ingegneri e finanzieri, i mestieri come il panettiere o l’elettricista continuano a essere molto ricercati. Per produrre eccellenze italiane bisogna utilizzare l’intera scala dei valori, e in questo senso dovremo muoverci per creare un futuro più agevole».
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