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gli scontri in città
10 Gennaio 2025 - 16:30
Muri vandalizzati, riempiti di scritte e insulti, commissariato di polizia assaltato con vetri rotti, spray dappertutto e pure le uova lanciate contro i muri. Ecco come si è svegliata Torino dopo il corteo per Ramy Elgaml, il 19enne marocchino morto a Milano lo scorso 24 novembre. Prima l’assalto al commissariato di polizia Dora Vanchiglia delle Porte Palatine. Vetri rotti (anche con l’uso degli skateboard), spray contro i muri e fitto lancio di uova e bombe-carta. Poi, una vera e propria guerriglia urbana in piazza Carlina con un secondo assalto, stavolta alla Caserma Bergia dei carabinieri.
Il day-after è un florilegio di polemiche. «Altro che una manifestazione di solidarietà per Ramy. Di nuovo ieri sera a Torino i collettivi studenteschi e i centri sociali hanno trasformato un corteo in un’occasione di scontro con le forze dell’ordine. Mi domando se per il sindaco Lo Russo e per la sinistra, che come sempre pensano di cavarsela con qualche parola di solidarietà alle forze dell’ordine, sia tutto normale. Se oggi la città di Torino è diventata il teatro perfetto per le violenze degli antagonisti, purtroppo è anche grazie a loro», afferma Fabrizio Ricca, capogruppo Lega in Piemonte.
«E’ bene essere chiari e netti, sia con i manifestanti violenti che con certa politica: impediremo qualsiasi disegno di delegittimazione della forze dell’ordine. Queste, infatti, sono e rimangono baluardo di libertà e democrazia, tassello imprescindibile dello Stato e riferimento per i cittadini onesti. Chi pensa, magari per tornaconto elettorale o per semplice anti-melonismo, di deteriorare e denigrare l’immagine delle donne e degli uomini in divisa, non solo soffia sui tizzoni dell’odio ma alimenta quella avversione sociale verso regole, leggi e civile convivenza da parte di chi fatica a muoversi nel perimetro della legalità», sottolinea Paola Ambrogio, senatrice di Fratelli d’Italia.
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