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Le interviste in redazione

Tronzano: "Io sindaco di Torino? Ci sono. E su Stellantis..."

L'assessore regionale fra la crisi dell'automotive, l'incontro con Filosa e la corsa a Palazzo Civico

Riportare l’auto al centro dell’economia piemontese, fidandosi di Stellantis ma cercando aiuti per la filiera. Con una nuova politica economica, magari attraverso la Zes, zona a economia speciale, e una nuova guida per Torino, scalzando il centrosinistra.

Andrea Tronzano, assessore regionale alle Attività produttive, stamattina ci siamo alzati e quante attività produttive abbiamo perso in Piemonte?
«Guardo alle cose positive. In Piemonte c’è fermento in altri settori, visto che per l’auto è un momento complicato»

L’auto era il nostro core business: e adesso?
«Avevamo in corso un’ideologia sbagliata. che per fortuna L’UE e anche Stellantis stanno virando dal full electric. Oggettivamente Marchionne aveva ragione quando diceva che l’elettrico non poteva essere il futuro».

Più che altro perché, diceva, «l’azionista non mi dà i soldi», ossia gli Elkann. Diciamo che il Green Deal dell’Eu ha trascinato tutti: non c’è stata un’opposizione di lobby sufficiente? Anzi...
«Siamo stati soggiogati da questo sogno. L’ambiente è importante, ma dietro ci sono gli esseri umani»

Parlando di Stellantis, hai già avuto occasione di incontrare il ceo Filosa?
«Sì, in Michigan, in missione di sistema a Detroit. Mi ha fatto un’ottima impressione. Uomo di prodotto, qualità, conosce davvero la necessità del mercato»

Per il Piemonte, lui ha confermato la Fiat 500 ibrida di Mirafiori per fare grandi volumi, ma bisogna vedere se il mercato le prende...
«Sì, l’obiettivo è quello, bisogna vedere se i cittadini apprezzano e comprano. Voglia di macchina c’è. se guardi anche l’usato, la voglia di avere un’auto per fortuna c’è ancora. Il Salone dell’auto fa cultura, soprattutto tra i giovani. Per questo lo vogliamo con fermezza. Dicono che i giovani non hanno più voglia d’auto, io non ne sono convinto. Certamente se insegniamo loro cos’è e che libertà dà l’auto...»

In quella missione in USA avevate fatto un accordo con con Rillian per un suv elettrico. Lì a che punto siamo? Sembrava dovesse produrre qui.
«Rillian non era un accordo, più che altro era un loro sogno, quello del mercato europeo, di venire qua con un progetto, a produrre qui. Certamente questo tipo di cambiamento può anche rallentare quel tipo di progetto. Poi io sono per un secondo costruttore che sia però più robusto» Toyota è il sogno. Adesso andiamo in missione all’Expo di Osaka... lì si sogna. Però Filosa con Stellantis potrebbe veramente darci soddisfazione nel prossimo futuro, quindi speriamo e investiamo su loro»

Ancora stiamo ancora aspettando il secondo produttore cinese. Urso si stava sedendo a tavola con tutti, a sentire lui.
«In realtà ci sono stati approcci. Siamo sempre lì, siamo a un bivio, siamo un continente molto appetibile, non siamo nello scontro diretto tra Cina e Usa. Per cui credo che dobbiamo essere noi europei ad avere la nostra politica industriale, ridare fiato al business. sperare che l’aspetto ideologico sia un po’ messo da parte per arrivare a soluzione»

Però in questo momento nel Piemonte e in generale l’Italia e l’Europa stanno un po’ subendo le decisioni altrui, no?
«Le decisioni cinesi in particolare. Certo che lo stiamo subendo perché siamo su quell’aspetto di trent’anni indietro. Noi dobbiamo cercare di non perdere la nostra forza nel motore termico. È lì che dobbiamo competere e torniamo a essere dei protagonisti assoluti del mondo, non ho dubbi. Anche perché poi in Sudamerica, negli Stati Uniti, continuano a produrre il termico. Noi dobbiamo mantenere quella tecnologia perché è la tecnologia sulla quale noi abbiamo vissuto e sviluppato la nostra economia negli ultimi 100 anni»

I giovani hanno ancora amore per l’auto. Sarebbero utili dei sussidi per fargliela acquistare, come chiede Stellantis?
«Io sono più d’accordo con quelli che dicono diamo sussidi alla filiera, cerchiamo di operare per far sussistere le industrie, anche componentistica. Poi questi 6 miliardi di Stellantis che dovrebbero cadere sulla nostra componentistica potrebbero essere ossigeno a favore di chi soffre di più»

Parliamo di politica. Stamattina leggevo un sondaggio: Torino è politicamente contendibile, dal centrodestra nel caso.
«Contendibile se noi risvegliamo i nostri elettori e andranno a votare il secondo turno. Se c’è, il centrodestra è dato favorito perché può rappresentare una cesura nei confronti del passato, rispetto alla esasperazione ideologica di certa sinistra. Dobbiamo “risvegliare i nostri” e portarli al voto al secondo turno. per farlo dobbiamo avere un candidato politico. Perché è quello che si immedesima nel desiderio delle persone. riesce a mediare interessi e valori. Il tecnico è valido ma ci mette di più a entrare in sintonia»

Svegliare anche chi non vota: siamo al 40% degli astenuti...
«Grave, certamente, perché la democrazia si fonda sul voto. Un po’, anzi molte colpe la politica ce l’ha. Il governo meloni si sta “sintonizzando con le persone”, questo è importante per dare di nuovo fiducia nella politica. A Torino noi governiamo in Regione. Secondo me la Regione sta governando bene, con tutte le difficoltà che può avere. Sono consapevole che Torino è Torino, non è una vittoria che potrà avvenire molto facilmente»

Scordiamoci per un attimo la concordia istituzionale. Qual è una colpa di Lo Russo, in quanto attuale sindaco?
«L’ho detto e ridico, giudico la coalizione. Una delle responsabilità del centrosinistra è quella di avere impostato certi temi ideologicamente, come al solito. La sicurezza è una, la viabilità un’altra. Piste ciclabili, Ztl, sono tutte cose utili, ma se vengono esasperati i concetti e il ciclista diventa più importante dell’automobilista è questo che non va bene, dobbiamo tornare all’equilibrio»

Tronzano candidato sindaco?
«Ho dato la mia disponibilità, a chi non piacerebbe fare il sindaco della propria città? Il sogno di tutti, ma da lì a dire “candidato già scelto” passa moltissimo. Sono contento ci sia possibilità di avere l’ex prefetto Dispenza, ma ho il sogno del candidato politico. Sono disponibile: deciderà la coalizione».

Come sta andando in Regione? Forza Italia sta riprendendo peso ora che FdI ha inciampato sulla sanità?
«Riboldi sta lavorando molto bene, anche se lo si vedrà tra quattro anni. Le liste d’attesa saranno la cartina di tornasole. I cittadini stanno iniziando a vedere qualche cambiamento. FI fa la sua parte, ha una buona classe dirigente. Viene percepita come “la più propensa agli inciuci”, ma non è così: cerchiamo uno spazio verso il centro per recuperare anche qualcuno di centrosinistra, ma noi non tradiremmo mai il centrodestra, perché tra l'altro è stato creato dal nostro fondatore. Sui grandi temi non litighiamo mai. Pensa che cosa invece sarebbe successo in questo momento storico con al governo la sinistra: confusione e liti perenni»

Scelta impopolare, però, quella dell’aumento Irpef. Vissuta come imbarazzo perché si trattava di una “promessa Cirio” infranta?
«L’ho vissuta con leale collaborazione. Ho capito che il governo ha accorpato le aliquote per abbassare l’Irpef a livello nazionale. Questo obbligo per noi comporta riduzione di gettito. Che ho preferito fare? Fare subito la manovra, e poi nel 2028 tornare ad abbassarla. Certamente non è stato popolare, ma se lo Stato chiede dei sacrifici tu sei un organo dello Stato, devi rispondere “sì ci siamo”. La responsabilità di governo è anche questa. Chiediamo fiducia ai cittadini anche in base a scelte difficili ma responsabili».

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