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L'almanacco

Turbolenze e successi: Torino ripercorre il 2024 tra speranze e sfide

Dai 200 anni del Museo Egizio con Mattarella alla nomina a Cardinale di Roberto Repole

Il 2024 terminerà stasera e, quasi in zona Cesarini, ci ha portato una notizia di grande peso e valore. Quella dell’elevazione alla dignità cardinalizia dell’arcivescovo di Torino Roberto Repole. Erano anni che il titolare della cattedra di San Giovanni Battista non sedeva nel Sacro Collegio, l’ultimo fu Severino Poletto. La portata della notizia va ben oltre la nomina e pone Repole nel ruolo di papabile, forse l’unico cardinale italiano che il prossimo conclave potrà considerare quale successore di Papa Francesco, ormai giunto al crepuscolo del suo pontificato. Repole sembra avere tutte le carte in regola: non inviso alla parte progressista del clero e neppure a quella più conservatrice. Un pastore giovane, attivo e dalla solida preparazione teologica. Insomma un candidato che potrebbe piacere anche ai cardinali stranieri, quelli che nelle ultime tre elezioni avrebbero manifestato, secondo quanto riportano le cronache vaticane, un pregiudizio anti italiano. In fondo Repole è quello che più assomiglia al giovane Karol Wojtyła quando fu eletto Papa, anche se gli scenari oggi sono molto diversi dal lontano 1978.

IL CARDINALE ROBERTO REPOLE

Seguono nell’almanacco 2024 che pubblichiamo in queste pagine, altri fatti che hanno caratterizzato la città e, in alcuni casi, l’hanno resa protagonista a livello nazionale e internazionale. A cominciare dai 200 anni del Museo Egizio, uno dei più importanti del pianeta. Una celebrazione che ha visto la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E sempre sul piano internazionale, nel 2024, Torino ha avuto l’onore di ospitare al Film Festival, registi, attori e star di primo piano come Sharon Stone. La città è rimasta interdetta, ma forse anche sollevata, dalle dimissioni dell’Ad di Stellantis, Carlos Tavares e dalla soap opera senza fine che coinvolge, per questioni ereditarie la dinastia degli Agnelli-Elkann. Nel 2024 i torinesi hanno festeggiato e brindato per il medagliere olimpico e para olimpico conquistato dall’Italia e da numerosi atleti piemontesi. Lo sport ha proiettato la città ben oltre i confini nazionali attraverso le Atp Final di tennis che, per la prima volta, hanno visto l’affermazione di un giocatore nostrano, Jannik Sinner, oggi il numero uno al mondo. Lo sport ha offerto ancora due fatti di particolare rilievo, l’affermazione della Juventus nella Coppa Italia e la crisi del Torino Calcio con l’ormai endemica contestazione da parte di frange della tifoseria al presidente Urbano Cairo.

SINNER ALLE ATP FINALS

Un presidente che negli anni ha garantito stabilità alla società e che ha anche manifestato l’intenzione di lasciare, purché il suo posto venga preso «da uno più ricco e bravo di me», ma che non si profila neppure all’orizzonte. Per fortuna, e almeno per una volta, nel 2024 la cronaca nera non ha occupato, se non saltuariamente, le prime pagine dei giornali. È accaduto quando, nel quartiere di Mirafiori, un 23enne è stato barbaramente mutilato a colpi di machete. Un’altra notizia di cronaca riguarda, invece, l’istituto di pena delle Vallette dove, in estate, si è consumata una violenta rivolta di detenuti. Una protesta che ha riproposto i temi del sovraffollamento nelle carceri e le condizioni, non solo dei condannati, ma anche di chi nelle prigioni vi lavora. Per ultima, la politica, o meglio: le elezioni Regionali in Piemonte.

SHARON STONE A TORINO

Le elezioni si sono concluse con la vittoria, pressoché scontata e di ampia misura del presidente uscente Alberto Cirio. Segno che i piemontesi hanno giudicato positivamente il suo operato precedente e gli hanno concesso di aggiungere un altro mandato, così da proseguire il suo lavoro. Questi, in sintesi, i fatti che la redazione di TorinoCronaca ha scelto per l’almanacco del 2024, senza però dimenticarne altri che hanno occupato nel corso dell’anno le pagine di questo giornale e del nostro sito Internet come la morte di Vittorio Emanuele di Savoia. Un anno che è volato via velocemente e che lascia la città così come l’ha trovata. Non vi sono stati mutamenti, solo fatti che hanno scandito gli ultimi 12 mesi. È naturale, dunque, pensare fin d’ora al 2025 che potrebbe essere un anno di svolta. Specie per ciò che riguarda l’economia di una città che è stata per decenni la capitale dell’auto e che oggi cerca, incerta e quasi impaurita, nuovi riferimenti e un’altra vocazione.

IL PRESIDENTE MATTARELLA ALL'EGIZIO

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