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12 Agosto 2023 - 19:36
Abbandonato dal 2000, l’ex zoo di Montalenghe è sicuramente uno dei luoghi in disuso più suggestivi del Canavese.
L’Arca di Noè, come si chiamava in passato la struttura, è stata costruita nella prima metà degli anni ’70 per volere di Luigi Guidetti, un agricoltore di San Giusto appassionato di animali. Aveva orsi, leoni, tigri, lama, cammelli, scimmie, piccoli coccodrilli, rettili, zebre, volatili di diverse specie. Ma non solo: anche una pista di mini go kart dove i più piccoli potevano provare l’ebrezza delle quattro ruote, un parco giochi ben attrezzato, un bar e un ristorante. Ma come tutti gli zoo dell’epoca ha cominciato a risentire della crisi: servivano ingenti investimenti per mantenerlo e rinnovarlo, garantendo tutti gli standard di sicurezza e di benessere animale, e alla fine ha subito l’inevitabile chiusura. A incidere erano state anche le proteste di un’associazione animalista locale, Born Free Italia con sede a Chiaverano, che aveva condotto una campagna di sensibilizzazione sulle condizioni in cui vivevano i 500 animali custoditi a Montalenghe fino ad ottenerne la liberazione e il trasferimento in luoghi più idonei. Per alcuni anni è rimasto, ancora, attivo il ristorante, che godeva comunque di una posizione strategica in quanto vicino al casello dell’autostrada Torino-Aosta di San Giorgio Canavese e lungo la strada provinciale 82. Anche quest’ultimo, però, ha chiuso i battenti, mentre il degrado e la vegetazione hanno cominciato ad impadronirsi del luogo.
Tra il 2002 e il 2006 una società, la Motorlandia Spa, ha acquisito tutta la proprietà compresi gran parte dei terreni agricoli circostanti. Si voleva realizzare, infatti, un progetto molto ambizioso: una pista per auto da corsa con annesso parco tematico. Purtroppo una serie di rovesci economici e congiunture sfortunate (sembra che alcuni degli investitori siano rimasti uccisi nell’attentato alle Torri Gemelle) hanno fatto tramontare questo sogno, lasciando definitivamente in abbandono il sito. Chi oggi si trova a passare di fronte alla struttura noterà soltanto una fitta e selvaggia vegetazione con il glicine che la fa da padrone e qualche brandello di costruzione e muratura che spuntano qua e là tra gli arbusti.
Attualmente la proprietà appartiene al Gruppo Fassina, un’impresa che possiede autosaloni di veicoli sportivi e marchi prestigiosi in tutta Italia. «Stiamo cercando di recuperare l’area da diversi anni - spiega Rita Ladu, sindaco di Montalenghe - ovviamente essendo di proprietà privata l’iniziativa spetta principalmente a loro. Noi cercheremo comunque di incentivare ogni progetto che dovesse nascere in quella zona e che sia compatibile con gli interessi del nostro Comune e dei cittadini». Infine, l’unica attività che permette al sito dell’ex zoo di non subire ulteriori sfregi è quella del softair. Un gruppo di appassionati di guerra simulata ha qui il suo luogo di gioco e ritrovo e periodicamente effettuano pulizie e controlli evitando, come spesso accaduto in passato. che qualcuno scarichi cumuli di rifiuti o peggio.
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