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COLLEGNO
25 Gennaio 2024 - 20:25
Sono ore cruciali per la TE Connectivity di Collegno. Dopo il vertice con i ministeri del Lavoro e del Made in Italy di mercoledì, oggi le parti sociali, insieme al sindaco di Collegno Francesco Casciano, hanno incontrato la Regione che si è detta disponibile e proporsi come mediatore con la multinazionale statunitense.
Al centro della vertenza che vede coinvolti 224 lavoratori, ora a rischio licenziamento, la decisione ormai irrevocabile da parte di Te Connectivity di delocalizzare le produzioni verso Cina e Usa con la conseguente chiusura dello stabilimento di corso Fratelli Cervi. Affidando, in prospettiva, la gestione di un’ipotesi di reindustrializzazione a una società specializzata. Ipotesi inaccettabile per i sindacati: «La prima azienda candidata al mantenimento dello stabilimento - spiegano Rocco Cutrì (Fim Cgil) e Giorgia Perrone (Fiom Cgil) - deve essere proprio TE che dispone di competenze, disponibilità economiche (nel 2022 il bilancio di TE Connectivity Italia srl ha chiuso in attivo per più di 8 milioni di euro) e capacità per elaborare un progetto industriale in più direzioni a partire dai componenti di microelettronica dai più svariati impieghi, dal medicale alle telecomunicazioni all’avionico al ferroviario, per i quali sono previsti importanti stanziamenti europei e nazionali». A pesare sulla procedura sono anche i tempi stretti per trovare un eventuale accordo che possa salvare i posti di lavoro: se questo non dovesse concretizzarsi, il rischio è che tra marzo e aprile partano le prime lettere di licenziamento senza passare dalla cassa integrazione necessaria per agganciare gli ammortizzatori sociali e permettere una reindustrializzazione. Il prossimo incontro in sede ministeriale è fissato al 22 febbraio.
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