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La scrittrice si autopubblica ed è la regina dei best seller

Sulla copertina del libro, come logo dell'editore c'è solo "iEffe". Sono le iniziali di Isabella Franconetti, vero nome di Giulia Beyman, forse l'unico caso di editrice bestseller che si autopubblica.

Il self publishing, che in Italia rappresenta solitamente una scappatoia, oppure una vetrina digitale (per esempio su WattPad) per autori che poi approdano alla carta, all'estero è una autentica forma editoriale, con un mercato fiorente che non si alimenta soltanto con gli ebook ma arriva anche al cartaceo. Il caso di Giulia Beyman è però certamente atipico, soprattutto in Italia. Un passato da giornalista e sceneggiatrice (per la collana You Feel di Rizzoli ha firmato anche "Il cielo era pieno di stelle"), la Beyman è in Italia tra le pioniere dell'editoria indipendente (fenomeno da cui è nata anche Anna Premoli e che ha portato Riccardo Bruni tra i 27 candidati allo Strega), con numeri da far invidia all'editoria tradizionale e traduzioni in tutta Europa.

Il suo nuovo lavoro è "Un cuore nell'oscurità" (iEffe, 10,99 euro, ebook 3,99) e la protagonista è ancora Nora Cooper, l'agente immobiliare cinquantenne, amante della cucina, dell'isola di Martha's Vineyard (l'isola dei Vip americani, luogo di vacanza tra gli altri dei Kennedy) con il dono di comunicare con l'aldilà, un dono maledetto scoperto con la morte del marito e che ora, a distanza di anni, ha imparato ad accettare, mettendolo al servizio degli altri e delle anime dolenti.

Al centro del romanzo c'è Emily, una bambina di 10 anni è scappata di casa per vedere la parata del 4 luglio. Suo padre è il famoso produttore cinematografico David Parker, che quel giorno non ha mantenuto la promessa di accompagnarla. Quando la polizia trova tracce del sangue di Emily sulla scogliera di Aquinnah, tutti pensano che al buio la bimba sia scivolata e caduta in mare. Così, tra il dolore collettivo, smettono di cercala. Invece nessuno sa che Emily è prigioniera in uno squallido scantinato, proprio di fronte a Promises House, la casa della sua famiglia. Toccherà a Nora Cooper fare luce su questo mistero.

«Il buio dello scantinato era appena sfumato dalla luce pallida di una debole lampadina. Frank non voleva che la tenesse accesa a lungo. E ogni tanto, quando si arrabbiava, la svitava e gliela portava via. Le mancava la luce del sole. Le mancavano il buon odore della biancheria pulita, la cioccolata che ogni tanto le veniva permesso di comprare al Chilmark Chocolates, i marshmallow, il bagno caldo la sera. Le mancava la sua casa. Non sapeva più che giorno fosse, ne da quando Frank la tenesse rinchiusa lì dentro». La storia di «un crimine atroce - dice la Beyman -, che per assonanze ricorda vicende di cronaca come quella di Natascha Kampusch, segregata per 8 anni in un garage dal suo aguzzino a Vienna».


 
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