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La cerimonia

Crollo della gru di via Genova, le vedove alla cerimonia in ricordo delle vittime: «E' una guerra»

Il ricordo a pochi giorno dal processo con 5 imputati per omicidio colposo

Clarissa Vetri e Roberta Varotti ascoltano in silenzio, con le lacrime agli occhi. Poi ringraziano tutti e se ne vanno abbracciate, sfiorando con la mano la targa che porta i nomi dei loro compagni e mariti. Sono Roberto Peretto, Marco Pozzetti e Filippo Falotico, le tre vittime della gru caduta in via Genova il 18 dicembre 2021.

Insieme alle istituzioni stamattina c'erano anche le due vedove alla cerimonia in memoria dell'incidente che ha segnato la città, a pochi giorni dall'udienza preliminare del processo a carico dei presunti responsabili. 

Su iniziativa dell'associazione Sicurezza e lavoro, alla presenza  sono stati posati dei mazzi di fiuori davanti alla targa installata l'anno scorso nel punto in cui la gru è caduta e ha provocato la morte dei tre operai. Presenti il presidenti della Circoscrizione 8, Massimiliano Miano, il consigliere comunale Pierino Crema, i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Fenealuil, Filca e Fillea, l'assessore regionale Andrea Tronzano. Ha partecipato anche Chiara Gribaudo, presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla sicurezza sul lavoro:  «Quest'anno, in Italia, ci sono stati tre morti sul lavoro al giorno. E' una guerra sotterranea, un dramma nel Paese, un'emergenza che dovrebbe essere una priorità. La Commissione nasce per questo e subito si è occupata della strage di Brandizzo. Bisogna puntare sulla prevenzione e sui controlli: il problema è che un'azienda piemontese viene controllata una volta ogni 15-20 anni perché abbiamo pochi ispettori. Così la sicurezza viene meno».

Aggiunge Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro: «Era importante essere qui per dimostrare vicinanza e chiedere giustizia certa e rapida, come ha detto Gribaudo. Dobbiamo insistere per ricordare la tragedie sul lavoro e far capire che la sicurezza sul lavoro riguarda tutti: chi abita vicino a una fabbrica inquinante e chi vive nei pressi di una gru montata male o un ponteggio che crolla».

L'associazione e i sindacati saranno presenti anche venerdì, all'udienza preliminare del processo: «Vogliamo costituirci parte civile insieme al Comune di Torino, che sarà presente in tribunale con l'assessore al lavoro Gianna Pentenero» anticipa Quirico.

Gli imputati, accusati di omicidio colposo dal pubblico ministero Giorgio Nicola e dal procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo, sono cinque: Enrico Calabrese, ex titolare della ditta leader del settore autogru; Stefano Sprocatti di Locagru; Mirzad Svrka, il manovratore che quel giorno guidava il braccio della gru; Federico Fiammengo, titolare della ditta appaltatrice dei lavori di rifacimento del palazzo, e Roberta Landolino, coordinatrice del progetto ed esecuzione dei lavori.

L'ultima udienza di settembre è stata posticipata perchè le assicurazioni hanno chiesto tempo per presentare una proposta di risarcimento alle famiglie delle tre vittime. Ma solo in questi giorni si sono fatte avanti con i legali. Quindi è probabile che venerdì ci sarà un'ulteriore proroga per valutare l'offerta: se i familiari la riterranno soddisfacente, potrebbero non costituirsi parte civile nel successivo processo. Che dovrà anche definire i risarcimenti per il condominio colpito dalla gru, dove i due balconi danneggiati dal crollo devono ancora essere ristrutturati.

Conclude Gribaudo: «La giustizia dev'essere più rapida, non possiamo permettere che le sentenze arrivino ad anni e anni di ritardo. Non è accettabile in un Paese civile. Anche per questo è doveroso continuare a tenere viva la memoria: a Clarissa Vetri e Roberta Varotti dico che faremo tutto il possibile per arrivare alla soglia di "zero morti sul lavoro". Ma servono controlli e investimenti».

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