Sono esistiti giorni che non sono esistiti. Il gioco di parole è funzionale per capire cosa avvenne nell’ottobre 1582. Un anno non casuale: in quella data, infatti, il papa Gregorio XIII approvò e volle che fosse applicato il nuovo calendario, che da lui prese il nome. Il calendario gregoriano doveva sostituire quello giuliano, antico retaggio della romanità ancora superstite. Bellissimo, il calendario voluto da Giulio Cesare. Peccato che, con il passare del tempo, il leggerissimo errore che lo viziava avesse iniziato ad essere ormai palese a tutti: nel XVI secolo la data d’inizio delle stagioni si era spostata all’indietro di circa 10 giorni: tra calendario civile e anno solare venne così a crearsi un divario che aveva singolari conseguenze: ad esempio, l’equinozio cadeva l’11 Marzo. Non solo: diventava sempre più complicato calcolare le feste mobili come la Pasqua, mentre il “giorno più corto che ci sia” era Santa Lucia, mentre tutti sanno che in realtà il giorno più corto è il 21 dicembre, cioè il solstizio d’inverno. Che pasticcio! Alla fine, a mettere le cose a posto ci pensò la Chiesa Cattolica, che lungi dall’essere una conventicola bigotta e oscurantista, nel XVI secolo aveva a cuore la ricerca scientifica e l’analisi del cosmo (non si dimentichi che lo stesso “rivoluzionario” Copernico era in realtà il canonico della cattedrale di Cracovia). Così, il papa bolognese Ugo Conbompagni - alias Gregorio XIII - si decise ad istituire una commissione per il nuovo calendario, che comprendesse scienziati e uomini di fede, tutti insieme. A presiedere la commissione fu chiamato il cardinale Guglielmo Sirleto; i calcoli furono quelli del matematico calabrese Luigi Lilio. Il papa, convinto della bontà del lavoro, autorizzò l’utilizzo del nuovo calendario e così a giovedì 4 ottobre (giuliano) fece seguito venerdì 15 ottobre (gregoriano): un tot di giorni furono quindi “mangiati” per permettere il riallineamento. Così, quei giorni nominalmente non sono mai esistiti: si passò direttamente dal 4 al 15 ottobre, ottenendo il “mese più corto della storia”, per così dire. In Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Polonia-Lituania e Belgio-Paesi Bassi-Lussemburgo il calendario entrò subito in vigore, negli altri paesi invece si attese ancora. Si trattava di paesi non cattolici, nei quali la riforma venne vista con sospetto. Così, la Svezia adottò il calendario gregoriano soltanto nel XVIII secolo e la Russia addirittura a comunismo inoltrato, nel XX secolo. È per questo motivo che noi chiamiamo, ad esempio, la Rivoluzione bolscevica con il nome di Rivoluzione d’Ottobre, anche se avvenne nella notte tra il 6 e il 7 novembre dell’odierno calendario gregoriano (24 e 25 ottobre del calendario giuliano) 1917. Va detto che poi, nel 1923, i comunisti introdussero il nuovo calendario rivoluzionario sovietico: ma questa è un’altra storia…
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