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AMICI A QUATTRO ZAMPE
19 Aprile 2025 - 09:05
Non è solo un'impressione: i cani capiscono quando parliamo e riconoscono parole familiari anche quando non ci rivolgiamo direttamente a loro. A dimostrarlo è uno studio condotto da un team di ricercatori inglesi e francesi, pubblicato sulla rivista scientifica Springer con il titolo «I cani domestici (Canis familiaris) riconoscono contenuti significativi in flussi monotoni di discorsi letti».
Secondo la ricerca, i cani possiedono una capacità cognitiva che permette loro di filtrare passivamente le informazioni rilevanti contenute nel linguaggio umano. In pratica, ascoltano anche quando non sembrano farlo.
Per testare questa abilità, 70 cani di razze diverse sono stati sottoposti all'ascolto di registrazioni vocali dei loro proprietari. I testi letti erano volutamente privi di senso, ma contenevano brevi frasi significative, pronunciate sia con enfasi sia con tono neutro. I ricercatori hanno monitorato la frequenza e la durata dello sguardo dei cani verso i loro umani di riferimento, scoprendo che gli animali rispondevano più prontamente a frasi significative dette con enfasi, ma erano comunque capaci di riconoscerle anche quando dette in tono monotono.
«Volevamo verificare se i cani rispondessero solo a una voce allegra o se fossero in grado di riconoscere il loro nome anche nascosto in una frase e pronunciato con voce piatta», ha spiegato Holly Root-Gutteridge, coautrice dello studio e ricercatrice all’Università di Lincoln, nel Regno Unito.
Lo studio si è basato anche sull'uso del cosiddetto Dog-Directed Speech (DDS), ovvero il tono di voce simile a quello che gli esseri umani utilizzano con i bambini – il cosiddetto baby talk – e che i cani sembrano preferire. Ai partecipanti è stato chiesto a volte di usare questo tono, altre volte di evitarlo, inserendo parole note ai cani oppure no.
I risultati mostrano che i cani riescono a riconoscere perfettamente il loro nome anche se pronunciato con tono piatto e all’interno di un discorso privo di senso. Tuttavia, prestano maggiore attenzione quando il loro nome è abbinato al tono allegro del DDS.
Questo suggerisce che, pur essendo sempre attenti, i cani rispondono con maggiore partecipazione a stimoli comunicativi più espliciti.
Gli autori dello studio concludono che si tratta di una conferma delle elevate capacità cognitive dei cani, che non solo ascoltano ma comprendono i segnali verbali in modo sorprendentemente profondo. Una prova, se ce ne fosse bisogno, del legame speciale che esiste tra l’essere umano e il suo migliore amico.
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