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Da Appendino a Lo Russo

Torino diventa una città a due ruote: abbiamo 250 chilometri di piste ciclabili

I dati forniti da 5T raccontano di una città che da dieci anni a questa parte continua a cambiare

La ciclabile di via Lancia

La ciclabile di via Lancia

Torino è sempre più una città a misura di bici. Lo è stata sotto la gestione Appendino e continua ad esserlo sotto la gestione del nuovo sindaco Lo Russo. Sostanzialmente lo dicono i numeri: 250 chilometri di piste ciclabili sparse da nord a sud e un totale di 52mila auto sparite dalla circolazione negli ultimi 20 anni. A dispetto della continua emergenza traffico.

Sette i sensori, posizionati sotto il manto stradale e in grado di rilevare il numero di biciclette transitanti, collocati per calcolare i passaggi delle bici. Sette stazioni di misura dislocati sulle seguenti piste ciclabili: Lungo Dora Siena, corso Francia Nord, corso Francia Sud, corso Castelfidardo, via Bertola e via Nizza (2 stazioni).

I DATI

Dati forniti da 5T, comunque significativi dell’andamento degli ultimi quattro anni. I numeri raccolti durante l’attività di monitoraggio, finanziata nell’ambito del Programma Operativo Nazionale (Pon) “Città Metropolitane”, sono utili a comprendere meglio gli spostamenti effettuati e a fornire informazioni per la pianificazione di azioni per una mobilità sostenibile.

A tal proposito corso Castelfidardo risulta il tracciato più utilizzato. E c'è un altro numero interessante: 1.078 è la media di passaggi giornalieri sulle piste ciclabili. Ma c’è anche un altro fattore che deve far riflettere: il numero di cantieri aperti lungo le strade. Tra scelte condivise dalla cittadinanza e altre che, invece, continuano a generare polemiche.


I CANTIERI

In via Braccini e via Lancia sono in corso d’opera i lavori di realizzazione di una pista che - attraverso piazza Robilant - mette in comunicazione San Paolo con Pozzo Strada. Apprezzata per la sicurezza, al contrario del controviale di corso Trapani.

Anche in questo caso i cantieri stanno andando avanti, nonostante le perplessità degli automobilisti (il tracciato è promiscuo e per molti il rischio incidenti è dietro l’angolo). Completata anche la ciclabile di via Sacchi e quella di lungo Dora Napoli. Capitolo a parte merita la La ciclovia VenTo, nata per collegare le città di Venezia e Torino.

I DUBBI

Molte polemiche riguardano i vecchi tracciati dove la manutenzione è un ricordo. Basti pensare a corso Agnelli o a corso Moncalieri, dove le radici affioranti rendono la ciclabile una sorta di trappola per i ciclisti meno esperti.

C’è poi il caso del moncone di via Nizza, la pista che si interrompe improvvisamente davanti al Lingotto. Salvo poi riprendere un paio di chilometri dopo.

O ancora le ciclabili realizzate in vie strette, (strada Lanzo, via Gorizia) contestate perché, secondo i detrattori, avrebbero portato a un aumento del traffico nelle ore di punta e a una diminuzione dei posti auto.

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