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IL PROGETTO
25 Maggio 2023 - 19:05
«Abbiamo lavorato per creare una piazza sociale e più aree verdi, due elementi che mancano nel quartiere San Salvario». Così la professoressa del Politecnico, Rossella Maspoli, sintetizza i progetti degli studenti di Architettura che hanno esposto le loro tavole proprio in uno degli edifici appena restaurati dell’ex Scalo Vallino, alla presenza dell’assessore all’Urbanistica, Paolo Mazzoleni.
L'atelier lungo due anni
Durante l’atelier progettuale “Architettura, ambiente e spazio costruito” tenuto insieme a Paola Gregory (Dad) e Antonio Sorrentino, nell'arco di due anni di lavoro sono emerse nuove soluzioni per quella parte di città in trasformazione. «Al centro della rigenerazione urbana - spiega Maspoli - sono la formazione di una polarità con funzioni attrattive, spazi per servizi di inclusione sociale, aree attrezzate e condivise nello spazio pubblico aperto a delineare un nucleo urbano della prossimità e un eco-quartiere». Gli studenti durante le lezioni hanno riplasmato l’area dell’ex scalo «cercando di creare una polarità con funzioni attrattive urbane e di quartiere, quali il centro ricerca di biotecnologie Cirp dell’Università, una nuova piattaforma commerciale, attività terziarie insieme all’opzione di una nuova residenzialità sociale e temporanea (social e student housing), spazi per servizi di inclusione sociale e per la popolazione studentesca, come aree attrezzate e condivise nello spazio pubblico aperto (attività fisica, gioco, relax e incontro)».
Boschi urbani, raccolta acque piovane e una nuova viabilità per un quartiere più "green"
I prof si sono ispirati a un modello molto noto: «L’intento è stato quello di creare un nucleo urbano della prossimità e di luoghi di aggregazione, dal Vallino a piazza Nizza, secondo il modello europeo affine della “città dei 15 minuti” di Carlos Moreno» spiega Maspoli, ricordando «la mancanza di aree verdi, a parte il Valentino, all’interno di San Salvario. Perciò - sottolinea - ci siamo concentrati sulla formazione di un piano ambientale per un eco-quartiere, coerente a una nuova vegetazione con alberature di alto fusto (dal bosco urbano al viale) e aree destinate a prato, a “rain garden”, per raccogliere acque piovane, al riciclo delle acque, alla produzione energetica rinnovabile e all’architettura eco-sostenibile, facendo attenzione a rivalorizzare la memoria ferroviaria storica, disconnessa e perduta, per ricostruire un’identità dell’area Vallino. Inoltre - aggiunge la docente del Poli - abbiamo riorganizzato i flussi della viabilità veicolare su più arterie di collegamento per limitare l’inquinamento dell’aria e acustico, tendenzialmente separando il traffico di servizio commerciale, e accrescendo la connessione del sistema ciclabile».
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