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Il delitto che sconvolse l'Italia

Omar accusato dalla moglie, Erika innamorata sul lago di Garda: la nuova vita dei "fidanzatini" 22 anni dopo il massacro

Cosa fanno i due assassini di Novi Ligure dopo essere usciti dal carcere

Erika De Nardo

Erika De Nardo

Lui è tornato agli onori delle cronache, di lei si conosce solo l’ultima tappa sul lago di Garda: è lì che Erika De Nardo sta ripartendo per l’ennesima volta dopo il massacro di 22 anni fa, quando lei e il fidanzato Omar Favaro uccisero la madre e il fratellino di lei, Susy Cassini e Gianluca De Nardo (che aveva soltanto 11 anni).

Da quel giorno sono passati oltre 22 anni e una serie di processi, che non sono riusciti a ricostruire il movente di un delitto tanto assurdo quanto violento. Restano le verità processuali e una doppia condanna: il Tribunale dei minori di Torino stabilì 16 anni di carcere per Erika e 14 anni per Omar, sentenze confermate in appello e in Cassazione.

Da allora, la 16enne del febbraio 2001 ha lasciato spazio a una donna di 39 anni, compiuti lo scorso 28 aprile. Un percorso che l’ha portata a laurearsi in Filosofia (nel 2009, con una tesi su Socrate). Erano gli anni del carcere, dove arrivavano raffiche di lettere da parte di aspiranti fidanzati.

Ma l’amore l’ha poi trovato dopo, quando si trovava all’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere. Ha conosciuto un musicista di una decina d’anni più grande di lei, che andava lì come volontario. E i due sono rimasti legati.

Infatti, a differenza di quanto annunciato da qualcuno, non è partita per il Madagascar dopo il periodo nella comunità Exodus di don Antonio Mazzi a Lonato (Brescia). Anzi, è rimasta a vivere lì con lui sul lago di Garda: prima ha aiutato il fidanzato nel negozio di strumenti musicali, poi ha iniziato a lavorare tra i vigneti di un’azienda agricola della zona. E, come riferito dallo stesso don Mazzi, i due si sono anche sposati.

«Erika ha una nuova vita - aveva comunicato il sacerdote - Si è sposata, ha maturato la giusta consapevolezza sulla tragedia, quella che permette di continuare a vivere. Il padre è stato molto importante in questo percorso».
Papà Francesco De Nardo, infatti, non ha mai abbandonato quella ragazza dal doppio volto: da un lato, l’assassina di sua moglie e del suo bambino; dall’altro, la sua unica figlia.

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