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IL CASO

Ortolani in rivolta: «Il Comune vuole sfrattarci dopo 50 anni»

Gli orti sono stati tramandati di generazione in generazione. E i coltivatori ora sono sul piede di guerra

Gli ortolani di Mirafiori Sud

Gli ortolani di Mirafiori Sud

Sono lì da 50 anni in strada del Drosso, nel quartiere Mirafiori, distribuiti in 60mila metri quadrati di terreno. Si tratta di trenta orti, coltivati dagli abitanti della zona, che sono stati tramandati di generazione in generazione ma adesso rischiano di scomparire. «Coltivo qui da 30 anni - racconta Ciro Palermino - prima l’orto era di mio papà». Cinque decenni senza mai un problema. Fino ad oggi, quando sono scattate le denunce per occupazione di suolo pubblico. Il primo a riceverla è stato Gaetano Arcella. «Sono arrivati due vigili - racconta - ed è partita la denuncia, articolo 633».

Ad oggi se ne contano una decina, di denunce. «Non ne capiamo il motivo - dicono gli ortolani - anche perché non è chiaro di chi sia il terreno». Al Catasto non esiste nessuna unità sulla particella pertinente, tanto che è impossibile risalire all’ultima proprietà. «Non si sa di chi sia il terreno e mi prendo una denuncia per occupazione di suolo pubblico?», si domanda Giuseppe Sansalone che con gli altri vuole sapere che fine faranno gli orti. «Siamo disposti a pagare un canone annuo - rivela Generoso Frascella - ma quest’area è anche un polmone verde che va tutelato. Altrimenti diventa una discarica». Ieri mattina, gli ortolani hanno fatto un’assemblea sul posto, presente anche Piero Ventre, consigliere in Circoscrizione 2. «Allo stato attuale non si sa di chi sia il terreno», conferma Ventre.

«Quello degli orti abusivi è un tema che la città deve affrontare - dichiara il presidente della Due, Luca Rolandi - prendendo in carico gli orti e regolarizzandoli opportunamente». Sull’ombra della speculazione edilizia, paventata dagli ortolani, il presidente dice: «Non credo proprio ci sia pericolo, al massimo una valorizzazione delle aree verdi sulla linea del progetto di riqualificazione delle sponde del Sangone. Ho già interpellato l’assessorato al Verde. Presto organizzeremo un incontro».

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