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IL BILANCIO

Stellantis, la 500 Bev continua la sua corsa a Mirafiori. Brusca frenata per il "tridente" di Maserati

In due anni decuplicata la produzione dell'utilitaria elettrica, battuta d'arresto per i bolidi del Tridente

Stellantis, la 500 Bev continua la sua corsa a Mirafiori. Ma frena Maserati

L'utilitaria elettrica "traina" lo stabilimento di Mirafiori

Chiude in positivo il primo semestre dell’anno per Stellantis. Almeno, sul fronte della produzione. Se la 500 elettrica continua la sua accelerata a Mirafiori, all’ombra della Mole Antonelliana soffrono i bolidi marchiati Maserati. A Torino, infatti, fa da traino la produzione della 500 Bev (+9,4%) con 53.330 autovetture uscite dallo stabilimento contro le 48.760 dell’anno precedente. E, secondo la Fim Cisl, una ulteriore spinta dovrebbe arrivare dal lancio dell’utilitaria elettrica sul mercato Usa. «Potremmo arrivare a 130mila unità in un anno» sottolinea il segretario nazionale Ferdinando Uliano, presentando un’analisi dei primi sei mesi dell’anno sugli stabilimenti Stellantis in Italia. I dati sulla produzione sono in  netto miglioramento rispetto al 2022 e confermano l’inversione di tendenza già riscontrata nel primo trimestre.

Tra auto e furgoni commerciali, sono state prodotte 405.870 unità contro le 351.890 del 2022: il 15,3% in più. Sono in forte riduzione i problemi derivanti dalla mancanza di materiali che hanno caratterizzato i precedenti due anni e le nuove produzioni a pieno regime potrebbero portare a fine anno le produzioni al periodo che ha preceduto la pandemia di Covid intorno alle 800mila unità. «La produzione di auto - ha aggiunto Uliano - segna un +16,9%, e quello dei veicoli commerciali una crescita dell’11,5%. Rispetto al 2019, mentre per le auto si riscontra un sostanziale avvicinamento (-5%) sono le produzioni dei veicoli commerciali (-23%) a trascinare in negativo la produzione complessiva. Lo “stop” produttivo di circa 35 turni per mancanza di materiali ha impattato negativamente sulle produzioni dello stabilimento di Sevel».

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Una delle incognite che riguardano il gruppo insieme a Teksid e soprattutto Comau di cui non è ancora stato definito il destino dopo lo “spin off” del 2021. «Comau ha lavoro e sviluppo, ma nell’ottica di uno “spin off” annunciato da Stellantis ora tutto è sospeso senza dettagli in tempi e modalità» sottolinea il segretario della Fim Cisl, ricordando come l’azienda rappresenti«un’eccellenza per il territorio» sebbene «una cessione fuori dal contesto Stellantis ci preoccupa, anche a livello occupazionale per 700 lavoratori in Italia». Dubbi che interessano anche la Teksid di Carmagnola. «Ci sarà una flessione legata al cambio per motori endotermici e altre lavorazioni. Temiamo un ridimensionamento e abbiamo chiesto al ministro Urso di farsi carico per avere certezze su questo tema. Ma più in generale ci sentiamo di dire che da quando è in carica questo governo non sta dimostrando di avere un progetto per l’auto. E questo è molto preoccupante».

Non solo. A lanciare qualche segnale d’allerta è anche Maserati che, ormai, pesa solo più per il 12% dei volumi totali, «molto lontani dai risultati di sei anni fa, con 58 giorni di fermo produttivo che hanno coinvolto 1.700 lavoratori». Alla produzione di Ghibli, Levante e Quattroporte si sono aggiunte recentemente Gran Turismo, Gran Cabrio e le versioni “full elettric”. «Ma bisogna accelerare, a cominciare dalla Quattroporte, per rispettare gli impegni che il Gruppo si era preso su Maserati a Torino» chiosano Iuliano e il segretario della Fim Cisl di Torino, Rocco Cutrì. «Per ora i segnali positivi arrivano da Cassino con la Grecale». 

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Un altro traguardo importante sarà quello del 2030 per cui Fim Cisl conferma di aver ricevuto rassicurazioni dal Ministero sul ruolo centrale di Torino nella progettazione e design dell'elettrificazione oltre che per il lancio dei nuovi modelli Maserati: la "joint venture" con Punch per la produzione di trasmissioni elettriche per auto ibride e "plug in" con l'inaugurazione entro la fine dell'anno del Battery Technology Center, infatti, fanno ben sperare.

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