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IL BILANCIO
05 Luglio 2023 - 13:17
L'utilitaria elettrica "traina" lo stabilimento di Mirafiori
Chiude in positivo il primo semestre dell’anno per Stellantis. Almeno, sul fronte della produzione. Se la 500 elettrica continua la sua accelerata a Mirafiori, all’ombra della Mole Antonelliana soffrono i bolidi marchiati Maserati. A Torino, infatti, fa da traino la produzione della 500 Bev (+9,4%) con 53.330 autovetture uscite dallo stabilimento contro le 48.760 dell’anno precedente. E, secondo la Fim Cisl, una ulteriore spinta dovrebbe arrivare dal lancio dell’utilitaria elettrica sul mercato Usa. «Potremmo arrivare a 130mila unità in un anno» sottolinea il segretario nazionale Ferdinando Uliano, presentando un’analisi dei primi sei mesi dell’anno sugli stabilimenti Stellantis in Italia. I dati sulla produzione sono in netto miglioramento rispetto al 2022 e confermano l’inversione di tendenza già riscontrata nel primo trimestre.
Tra auto e furgoni commerciali, sono state prodotte 405.870 unità contro le 351.890 del 2022: il 15,3% in più. Sono in forte riduzione i problemi derivanti dalla mancanza di materiali che hanno caratterizzato i precedenti due anni e le nuove produzioni a pieno regime potrebbero portare a fine anno le produzioni al periodo che ha preceduto la pandemia di Covid intorno alle 800mila unità. «La produzione di auto - ha aggiunto Uliano - segna un +16,9%, e quello dei veicoli commerciali una crescita dell’11,5%. Rispetto al 2019, mentre per le auto si riscontra un sostanziale avvicinamento (-5%) sono le produzioni dei veicoli commerciali (-23%) a trascinare in negativo la produzione complessiva. Lo “stop” produttivo di circa 35 turni per mancanza di materiali ha impattato negativamente sulle produzioni dello stabilimento di Sevel».
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Una delle incognite che riguardano il gruppo insieme a Teksid e soprattutto Comau di cui non è ancora stato definito il destino dopo lo “spin off” del 2021. «Comau ha lavoro e sviluppo, ma nell’ottica di uno “spin off” annunciato da Stellantis ora tutto è sospeso senza dettagli in tempi e modalità» sottolinea il segretario della Fim Cisl, ricordando come l’azienda rappresenti«un’eccellenza per il territorio» sebbene «una cessione fuori dal contesto Stellantis ci preoccupa, anche a livello occupazionale per 700 lavoratori in Italia». Dubbi che interessano anche la Teksid di Carmagnola. «Ci sarà una flessione legata al cambio per motori endotermici e altre lavorazioni. Temiamo un ridimensionamento e abbiamo chiesto al ministro Urso di farsi carico per avere certezze su questo tema. Ma più in generale ci sentiamo di dire che da quando è in carica questo governo non sta dimostrando di avere un progetto per l’auto. E questo è molto preoccupante».
Non solo. A lanciare qualche segnale d’allerta è anche Maserati che, ormai, pesa solo più per il 12% dei volumi totali, «molto lontani dai risultati di sei anni fa, con 58 giorni di fermo produttivo che hanno coinvolto 1.700 lavoratori». Alla produzione di Ghibli, Levante e Quattroporte si sono aggiunte recentemente Gran Turismo, Gran Cabrio e le versioni “full elettric”. «Ma bisogna accelerare, a cominciare dalla Quattroporte, per rispettare gli impegni che il Gruppo si era preso su Maserati a Torino» chiosano Iuliano e il segretario della Fim Cisl di Torino, Rocco Cutrì. «Per ora i segnali positivi arrivano da Cassino con la Grecale».
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Un altro traguardo importante sarà quello del 2030 per cui Fim Cisl conferma di aver ricevuto rassicurazioni dal Ministero sul ruolo centrale di Torino nella progettazione e design dell'elettrificazione oltre che per il lancio dei nuovi modelli Maserati: la "joint venture" con Punch per la produzione di trasmissioni elettriche per auto ibride e "plug in" con l'inaugurazione entro la fine dell'anno del Battery Technology Center, infatti, fanno ben sperare.
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