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Profondo Giallo - Dichiarazioni shock
07 Luglio 2023 - 09:45
Salvatore e Melania
Sono state parole sconcertanti quelle di Salvatore Parolisi, l’uomo, condannato in tre gradi di giudizio per l’omicidio della moglie Melania Rea avvenuto nel 2011, si trovava in permesso premio e ha incontrato una giornalista della trasmissione “Chi l’ha visto?”.
Accuse a tutti
Durante il dialogo, Parolisi ha espresso la sua frustrazione nei confronti del programma di Rai 3: «Mi avete usato - ha detto -. Sono stufo di tutti quanti. Per me non siete mai stati leali. Siete stati dei vigliacchi. Io sono un pezzo di m, ....ma voi siete stati dei vigliacchi». Parolisi si è sempre dichiarato innocente e, con le sue dichiarazioni, ha nuovamente smentito le testimonianze, affermando di non aver mai abbandonato sua moglie, che tuttavia tradiva al momento dell’omicidio, incluso un rapporto con una sua allieva di nome Ludovica, nei confronti della quale ha usato queste parole: «Ma che me ne frega a me di questa Ludovica? Sai quante bugie le ho raccontato?». L’ex militare ha affermato di aver «rigato dritto» nel suo primo anno di assegnazione ad Ascoli, lontano dalla moglie, ma di averla comunque tradita più volte, incluso un rapporto di quattro anni con una donna francese, lamentando un’ipotetica assenza fisica e relazionale di Melania Rea. «Non si vive per inerzia, vero?», ha commentato. «La vita è fatta di molti valori. E anche l’amore ti fa vivere, ti fa andare avanti. Per me, il matrimonio era la realizzazione di un sogno. E poi? Qual è stata la verità? Se ne andava, non veniva, ogni tanto venivano loro (i genitori di Rea, ndr), non potevo nemmeno stare con mia moglie a letto. La mamma che ogni tanto si è addormentata con lei. Poi è uscita incinta». Infine, ha fatto un gesto con la mano verso la telecamera, come a dire: «Tanti saluti».
Permesso premio
L’avvocato di Parolisi, Antonio Cozza, che aveva consigliato all’uomo di stare lontano dalle telecamere, ma inutilmente. Il legale ha spiegato cosa prevede l’ordinamento giuridico italiano riguardo ai permessi premio, basato sulla riabilitazione del detenuto. Per ottenere quel permesso, Parolisi ha ricevuto una valutazione da parte di una commissione, la cui decisione è stata poi sottoposta al magistrato di sorveglianza che ha dato il via libera. Parolisi ha anche parlato del suo permesso premio, sottolineando: «Sai da quando potevo uscire io? Da 4 anni. Me l’hanno fatta cac... fino all’ultimo. Mi hanno dato l’aria. Dodici ore di permesso di m.... mi hanno dato, questo mi hanno dato». Ha spiegato che se tra quattro anni riuscirà a trovare un lavoro, potrà uscire dal carcere, ma al momento nessuno è disposto ad assumerlo perché tutti conoscono il suo nome.
I parenti di Melania
Sulla vicenda è intervenuto anche Michele Rea, fratello di Melania, che ha criticato il modo in cui Parolisi si è espresso sulle donne: «Mi vergogno di essere uomo, dice tante inesattezze. Che Melania era legata alla mamma... tutte le figlie lo sono. Ma certo mia mamma non dormiva nel letto con Melania, rispettava la loro privacy. Dice che l’amava... non ha mai amato Melania». E ha continuato: «Uno che parla dopo anni in questi termini, non è recuperabile. Quanto vale la vita di una persona, di una mamma? Nulla». Su Facebook, è stato lo zio di Melania, Gennaro Rea, ad esprimere la sua indignazione: «Spero che il magistrato di sorveglianza, dopo questa intervista, ritorni sui suoi passi e annulli tutti i suoi permessi. Si è presentato come un arrogante, parlando delle donne come qualcosa da usare a suo piacimento e poi buttare via. Ha continuato a dire bugie, come è suo costume. Io sono a favore di una pena a vita per questi delitti, cioè lasciarli in carcere a riflettere su quello che hanno combinato. Mi fermo qui, sono rimasto disgustato da un personaggio (non riesco neanche a pronunciare il suo cognome) che ha di nuovo uccisa Melania con il suo atteggiamento, anche se avrei tante altre cose da dire su di lui. Ho seguito tutti i suoi processi e posso dire che è lui il colpevole dell’omicidio di Melania. Lui respira ancora, Melania no. Gli ha negato di assaporare l’amore di una madre per sua figlia, gli ha negato di vivere».
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