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La curiosità
28 Luglio 2023 - 18:55
Il campo rom di Lungo Stura Lazio visto da Google Maps
Anche per il motore di ricerca più utilizzato al mondo il campo rom di lungo Stura Lazio è diventato una realtà consolidata (pur essendo chiuso da ben 9 anni). Una baraccopoli, come si legge da Google Maps. Che, insomma, sembra saperla davvero lunga riguardo uno degli insediamenti più criticati della nostra città.
Basta avvalersi di uno smartphone qualunque, o di un tablet, e collegarsi alla nota applicazione maps per scoprire come sopra la zona dell’ex campo rom appaia la dicitura “Baraccopoli di lungo Stura Lazio”.
La baraccopoli abusiva in lungo Stura Lazio
Cittadini divisi
A scoprirlo, seppur casualmente, sono stati alcuni residenti del quartiere. Allargando l’immagine, inoltre, scopriamo molte altre curiosità. Da Google Maps, per esempio, si vedono bene anche i rifiuti accumulati in alcune zone. E mai rimossi.. Risultati di una ricerca che ha subito diviso i residenti.
Chi ha preso la cosa sul ridere e chi ha subito riacceso le polemiche, accusando la Città di aver permesso la formazione di un nuovo accampamento. Proprio lì a due passi, davanti al piazzale dell’Iveco. Trasformando ciò che è abusivo in legale. «Un vanto per la Torino del futuro - ironizzano alcuni residenti -. Sicuramente soddisfazioni per chi quel campo lo vorrebbe cancellare da tutte le mappe». E non finisce qui.
La baraccopoli abusiva in lungo Stura Lazio
Dopo lo sgombero
Nove anni dopo lo sgombero della baraccopoli sorta sulle sponde del torrente Stura, torna d’attualità l’emergenza legata alle occupazioni. Questa volta, nel mirino, non c’è l’area dell’ex campo rom (oggi impraticabile, una vera bomba a orologeria) ma una porzione di terreno che in passato ospitava orti urbani, ormai trasformati in baracche. Come sa bene la Città di Torino che a seguito di alcuni incendi e segnalazoni ha chiesto, e ottenuto, una serie di controlli capillari sul territorio.
La baraccopoli abusiva in lungo Stura Lazio
Le denunce
Se il vecchio campo, così come lo conoscevamo, non c’è più la stessa cosa non la si può dire delle discariche. Una parte coperte dalla folta vegetazione cresciuta a vista d’occhio, una parte ancora ben visibile lungo le sponde. Per non parlare degli orti trasformati in rifugi di fortuna, davanti al piazzale Iveco. A marzo 26 soggetti di etnia rom romena, beccati a vivere all’interno di dieci rifugi di fortuna, sono stati denunciati per invasione di terreni ai sensi dell’art 633 del codice penale. Un risultato figlio di un lungo monitoraggio da parte della polizia municipale, anche con l’ausilio di droni.
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